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  • Raiola contro Mendes: la guerra è pronta a scoppiare. Si inizia con Areola

    Raiola contro Mendes: la guerra è pronta a scoppiare. Si inizia con Areola

    • Pippo Russo
    Nei giorni scorsi L’Equipe ha ospitato un lungo articolo su Mino Raiola, protagonista assoluto della sessione estiva di calciomercato (QUI). Un pezzo che come molti altri si sofferma sullo stile operativo individualista e spregiudicato del personaggio, e s’interroga sulla sua capacità di mantenere comunque relazioni solide con presidenti e alti dirigenti di club. Dunque non sarebbe stato un testo particolarmente significativo, se non fosse per la testimonianza di Franck Belhassen, agente francese che nell’esprimere opinioni su Raiola ci va giù pesante. Lo definisce “un approfittatore, un ladro di calciatori” ("un profiteur, un voleur de joueurs") e “un bugiardo” ("un menteur").

    Il motivo della rabbia esternata da Belhassen ha un nome e un cognome: Alphonse Areola, portiere francese di origini filippine, classe 1993. Cresciuto nelle giovanili del Paris-Saint Germain, Areola è rientrato alla base e promosso titolare del club parigino dopo essere stato via in prestito per tre stagioni, disputate con Lens, Bastia e Villarreal. In particolare, la stagione trascorsa nella Liga spagnola ha convinto il club parigino a richiamarlo e affidargli quasi da subito la maglia da titolare. Il ragazzo è stato schierato pure nella gara di Champions League contro l’Arsenal.

    Per il suo agente dovrebbe essere un momento di gloria, e invece l’ascesa di Areola alimenta in Belhassen l’inquietudine perché richiama l’attenzione degli agenti oligopolisti. Fra questi, Raiola è il più insistente. A proposito degli approcci condotti dall’italo-olandese, Belhassen svela dettagli che illustrano lo stile di Raiola nell’avvicinare i calciatori impegnati con altri agenti. Racconta che Areola gli ha confessato d’esserne stato contattato. Ma quando poi lo stesso Belhassen è andato a chiederne conto a Raiola, si è sentito rispondere che è stato il giovane portiere a avvicinare lui, e che se i calciatori lo cercano cosa ci può fare? Proprio questo dettaglio ha spinto Belhassen a definire Raiola “un menteur”. Dall’articolo si capisce pure che l’agente francese sia pressoché rassegnato a perdere il proprio assistito. Ma che Areola finisca davvero nella scuderia di Raiola non è scontato. Perché un altro super-agente pronto ad annettersi il portiere è Jorge Mendes. Il capo di Gestifute ha monitorato Areola nel corso della stagione trascorsa dal portiere a Villarreal, club che nelle stagioni più recenti si è molto avvicinato alla sua sfera d’influenza.

    Nei giorni scorsi si è diffusa un’indiscrezione, riguardante una promessa fatta da Mendes a Areola: piazzarlo al Real Madrid (QUI). Un impegno parecchio pretenzioso, specie se si ricorda che nell’estate del 2015 Mendes non riuscì a sistemare De Gea alla Casa Blanca (promuovendo lo scambio col Manchester United che coinvolgeva Keylor Navas), causa un grottesco disservizio fax. Da allora i rapporti fra Gestifute e Real Madrid sono molto peggiorati, anche per via della difficile gestione di Cristiano Ronaldo e del rendimento nettamente al di sotto delle aspettative (e del costo) da parte di James Rodriguez. Sicché pare cosa bizzarra che Mendes prenda coi calciatori degli impegni che riguardino il club merengue. Ma resta l’indiscrezione di mercato, che certo non è sorta dal nulla. E comunque c’è come dato di fatto che lo scontro fra Raiola e Mendes per accaparrarsi Areola sia una prospettiva reale. La stampa francese ne parlava già ai primi di agosto (QUI), e se davvero i due soggetti fossero disposti a forzare per accaparrarsi il portiere, potremmo assistere al primo scontro aperto fra due squali che certamente non si amano, ma fin qui hanno evitato di farsi la guerra.

    E forse a questo punto la collisione è inevitabile, visti gli incroci di mercato dell’estate appena conclusa. Raiola ha realizzato tre grassi affari col Manchester United (Ibrahimovic, Mkhitarian e Pogba), club che è sempre stato per Mendes una sorta di bancomat, e che per di più ha appena affidato la panchina a José Mourinho, principale cliente di Gestifute unitamente a Cristiano Ronaldo. Con l’arrivo del sedicente Special One si aspettava la definitiva mendesizzazione dei Red Devils, e invece Mourinho ha avallato una campagna acquisti che ha visto scialare Mino Raiola. Quanto a Mendes, zero assoluto e fallimento dell’ipotesi di portare James Rodriguez a Manchester. Fra l’altro, l’arrivo di due attaccanti come Ibrahimovic e Mkhitaryan toglie spazio a Martial, e ritarda il maturare dei ricchi bonus negoziati con la regia di Mendes da Manchester United e Monaco nell’estate del 2015 (QUI). Nell’ambiente circola voce che il super-agente portoghese sia molto irritato con Mourinho, ma per adesso deve abbozzare. Certo non è un buon segno per lui, che arrivato al vertice del potere calcistico deve adesso guardarsi dal rischio di declino. Una prospettiva pressoché fisiologica per qualsiasi impero che raggiunga l’apice, ma andate a spiegarlo a chi su quell’impero sta assiso.

    Per l’impero di Mendes, Raiola è la minaccia incombente. Fra i due c’è una differenza quasi antropologica, oltre che professionale. E in questo senso il Paris Saint Germain è un terreno di scontro perfetto. Si tratta di un club col quale i due super-agenti hanno concluso ricchi affari. Inoltre, sulla panchina del club parigino c’è un assistito di Jorge Mendes che però è stato dato ripetutamente in contrasto col capo di Gestifute: Unai Emery (QUI). Una sanguinosa resa dei conti si avvicina, e a questo punto la procura di Areola sarebbe soltanto un pretesto.

    @pippoevai
     

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