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  • Raiola ha ormai più potere dei top club

    Raiola ha ormai più potere dei top club

    • Luca Borioni
    C’è un calciomercato dei club e un calciomercato degli agenti. Molto spesso il secondo è più influente del primo, nel senso che sono ormai le strategie degli agenti a condizionare pesantemente le esigenze dei club e non viceversa.

    Se c’è un uomo che incarna alla perfezione questo concetto, è Mino Raiola. L’italo-olandese capace di conquistare la fiducia perenne di un tipino leggermente complicato come Zlatan Ibrahimovic. L’ex ristoratore capace di reinventarsi procuratore dei campioni e punto di riferimento per tutti gli affari milionari del calcio.

    Quest’anno forse realizzerà il suo capolavoro, rifondando un club storico come il Manchester United ovvero un club che fino all’altro ieri aveva sempre cercato di tenere le distanze proprio da Raiola, un po’ per una questione di orgoglio british un po’ per diverse tradizioni e cultura sportiva, in altre parole perché Ferguson non si fidava troppo del piccolo agente scaltro e incontrollabile. Lui, in cambio, cinque anni fa li ha beffati, quelli dello United, portando via un certo Paul Pogba a parametro zero e oggi – vendetta ricca vendetta – pregusta la possibilità di riportarlo alla casa dei Red Devils per una cifra stratosferica. Che non è tanto quella degli oltre 100 milioni con cui verrebbe confezionato lo storico trasferimento del talento francese dalla Juventus, o meglio non solo quella: gira voce da tempo che in caso di affare fatto, il Manchester di Mourinho (seguito all’altro agente più importante del globo, il famigerato Jorge Mendes, secondo le classifiche di Forbes il più ricco in assoluto) verserebbe nel portafoglio del buon Mino una percentuale record, vicina al 20% che sulla cifra totale dell’accordo significherebbe qualcosa come circa 20 milioni di euro. Altro che il 3% previsto dalle consuetudini attuali, magari il 5%, ma poi dipende sempre dal tipo di operazione.

    È chiaro che per una cifra così ogni manovra è lecita, compresa la capacità di spostare i riflettori da una squadra all’altra. Pogba ammira il Real Madrid, anzi no: Pogba vuole tornare a Manchester. Raiola sa usare le parole giuste per indirizzare la curiosità dei media. Proprio lo United è divenuto il suo nuovo centro d’interesse dopo i buoni affari realizzati in Italia prima con Moggi (da Nedved allo stesso Ibra) poi con Galliani (ancora lo svedese e poi Balotelli versione top), infine ancora con la Juventus (proprio Pogba, a parametro zero, dunque con commissioni ancora più sostanziose). Alla corte dell’ex nemico Ferguson è appena arrivato il solito Ibrahimovic ma anche Mkhitaryan, new entry nella scuderia più prestigiosa e più in fermento del mondo. I numeri sono da pil nazionale, i sorrisi favanti alle telecamere pochi perché qui si lavora per questioni importanti e per pochi eletti, le strategie sempre sotterranee o comunque annebbiate perché il buon procuratore alza cortine fumogene, non concede nulla e non guarda in faccia a nessuno, se poi vuole passare all’incasso con la frequenza e la qualità di un Raiola.

    Alla fine, chi conta di più in questo mercato dei tempi moderni, dove le distanze dei club italiani rispetto alla concorrenza straniera restano notevoli? Chi ha maggior peso sui movimenti e le trattative? I grandi club come il Psg dei qatarioti o il Bayern affidabile e quadragono come da tradizione? Ancora lui, il piccolo grande Raiola, perché un suo capriccio – condiviso ovviamente con il calciatore che rappresenta e che metterà la firma decisiva – può spostare piani miliardari. Mai come in questa estate del 2016: dopo la finale dell’Europeo francese ne vedremo delle belle.

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