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  • VIDEO Raul, l'addio della leggenda sottovalutata
VIDEO Raul, l'addio della leggenda sottovalutata

VIDEO Raul, l'addio della leggenda sottovalutata

Sciarpa al collo, cuore in mano e lacrime. Tante lacrime. Raul così disse addio al Real Madrid, la sua casa. Era il 2010, la sua carriera sembrava finita. E invece no, è andato avanti e si è tolto ancora grandi soddisfazione. Ma ora, a 38 anni, ha deciso di dire basta. Raul Gonzalez Blanco si ritirerà al termine dalla stagione in MLS, ovvero a novembre. Perché ora gioca a New York, nei Cosmos, dopo aver passato due anni nell’Al-Sadd e prima ancora nello Schalke 04, dove in due anni è diventato idolo dei tifosi tedeschi. 

I RECORD - Ha chiuso la carriera da giramondo, l’ultima tappa negli Stati Uniti, nello stesso club di Pelé. Ma in Europa ha fatto tantissimi record, non solo della storia del Real Madrid. Ha segnato 77 gol nelle coppe europee e 44 con la nazionale spagnola, superato solo da David Villa con 59. In ben 102 presenze, è nel club delle oltre cento presenze in nazionale. Nella storia della Champions League è il terzo giocatore per gol segnati (71) e il quarto per numeri di presenze (144). È anche il giocatore che ha segnato in più partite diverse nella storia della Liga: 186. E quello che ha segnato più volte la prima rete: 77. 

LA LEGGENDA - Ma è a Madrid che il nome di Raul è leggenda, più di un capitano. Se per il record di gol nel Real non si può competere con Cristiano Ronaldo - non sono bastati i suoi 323 gol -, resta il giocatore con più presenze con i blancos: 741. Sicuramente uno dei più vincenti: 3 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, una Supercoppa Europea e 6 campionati spagnoli. È stato capace di segnare 25 e 24 gol nella Liga, nel 1998-99 e nel 2000-01, diventando Pichichi. E per due volte capocannoniere in Champions League, dove è sempre stato decisivo. Quando sentiva la musichetta non ce n’era per nessuno. Ha segnato anche in due delle tre finali che ha giocato. Ma il suo rapporto con il Real va oltre i gol. E pensare che partì dalle giovanili dell’Atletico Madrid, per due stagioni quando aveva 13 anni. Dopo 146 gol in 67 partite, a 15 passò al Real. Poi la sua storia fu solamente blanca, dal Real Madrid C alla prima squadra. Una storia d’amore durata 18 anni, dal 1992 al 2010. Che ha regalato al calcio europeo un campione vero, un attaccante con una tecnica incredibile, che sapeva segnare e inventare. Per quello che ha fatto e che ha vinto, forse ora è anche un po’ sottovalutato. Anche se quei gol, quell’esultanza con il bacio alla fede nuziale in onore della moglie Mamen, chi ama il calcio non li potrà mai dimenticare. 

Guglielmo Cannavale

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