Calciomercato.com

  • Razzismo, cori antisemiti, barbari da stadio: non bastano le multe per sconfiggerli
Razzismo, cori antisemiti, barbari da stadio: non bastano le multe per sconfiggerli

Razzismo, cori antisemiti, barbari da stadio: non bastano le multe per sconfiggerli

 

Insulti razzisti, raid punitivi nei confronti dei tifosi del Tottenham, striscioni ignobili e vergognosi che toccano le persone e i loro drammi privati, cori contri i defunti che non hanno nemmeno il dirito di riposare in pace, persino svastiche in mezzo alle bandiere tricolori.

 

Il campionario di nefandezze dei barbari che infestano gli stadi italiani è ributtante.

 

Dove sono finiti il rispetto e la dignità umana? I sani principi che ci hanno insegnato i nostri genitori? Vengono calpestati dall’inciviltà di alcuni personaggi che non possono essere considerati tifosi di quella o dell'altra squadra di calcio.

 

Alla fine, a causa di pochi scellerati, tutti vengono additati come responsabili di questi ignobili gesti: chi perde valore è il calcio e lo sport in genere.

 

La piaga più preoccupante sia nella realtà contemporanea è il razzismo che non risparmia nessuno: giocatori, allenatori, tifosi, squadre, città.

 

Alcuni vengono attaccati per la sola colpa di militare nella squadra avversaria, altri vengono addirittura bersagliati dai propri tifosi.

 

I gravi episodi di inciviltà e intolleranza, registrati in occasione della partita di Europa League fra Lazio e Tottenham, iniziati con i raid contro i tifosi inglesi, aggrediti nel pieno centro di Roma, proseguiti poi all’interno dello stadio Olimpico con i cori antisemiti, non possono passare inosservati e rimanere impuniti.

 

E’ giunto il momento che i principali organi di dirigenza del gioco del calcio prendano  iniziative decise perché finisca questa orrenda inciviltà.

 

Gli stessi insulti, ancora più feroci e pesanti, i tifosi del Tottenahm li hanno ricevuti da quelli del West Ham, il cui presidente ha dichiarato fermamente: tolleranza zero contro i tifosi razzisti; tutti i sostenitori coinvolti nell’inchiesta verranno banditi dal club.

 

Martedì scorso, all'Olimpico, durante la partita di campionato contro l’Udinese, i giocatori della Lazio hanno indossato una maglia manifesto con la scritta “No Racism”.

 

Una presa di posizione precisa della Lazio, della società e della squadra contro i gravi episodi accaduti in coppa. Per tutta risposta, la parte più dura ed estremista della curva si ribella intonando il coro “AS Roma juden Club”.

 

Questa volta, però, l’intero stadio ha preso le distanze dalla parte più becera ed ignorante rispondendo con una bordata di fischi.

 

Per una volta, il calcio italiano ha lanciato un piccolo segnale, anche se non cambierà molto e non basterà una maglia con la scritta “NO RACISM” e non bastano le blande multe comminate dalla giustizia sportiva per debellare l’intolleranza, l'inciviltà, il razzismo che colpiscono non solo il mondo del calcio, ma l’intera società.

 

Mai come in questo periodo sono attuali le parole di Francisco Goya: "Il sonno della ragione genera mostri”.

 

E’ ora di dare una scossa, di svegliarsi, di dare segnali forti e chi lo può fare? Solo chi nel calcio ha il potere (Federazioni, Lega, Coni).  Per non rimanere con le mani in mano. Come al solito.

 

Maria Luisa Garatti, avvocato

 

 

 

 

 

Altre Notizie