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  • Reja, rivoluzione a 65 anni:| Per sconfiggere la noia
Reja, rivoluzione a 65 anni:| Per sconfiggere la noia

Reja, rivoluzione a 65 anni:| Per sconfiggere la noia

Signore e signori ecco a voi l'allenatore del momento: il primo in classifica, il più rivoluzionario e imprevedibile. Non cercate di aggiustare la sintonia: non ci sono interferenze, non è la replica di un vecchio programma, sebbene sia in bianco e nero e il protagonista parli come una telecronaca di Pizzul. È proprio lui: Edoardo Reja, classe 1945, l'uomo venuto dal passato. Quello che era stato scolpito nel marmo di uno schema fisso: 3-5-2. Quello che riscrisse i dieci comandamenti: primo, non retrocedere. E infatti, da primo, declama: "Meno trenta alla salvezza", essendo abituato a guardare avanti e vedere la fila, non lo sportello. A Napoli il fantasioso De Laurentiis l'aveva soprannominato "il mio Clint Eastwood" (anche se poi era lui a sparargli). Come somiglianza vengono in mente piuttosto Burgnich e Bearzot, prodotti della stessa terra. Come percorso fa pensare a un Camilleri del calcio: all'ora della pensione, toh: il successo.

Sono i paradossi dell'Italia gerontocratica: c'è gente in giro da così tanto tempo che s'è annoiata di se stessa e alla fine fa quel che non ha fatto mai, sperimenta. I giovani, pur di vincere, obbediscono; i vecchi, niente da perdere, trasgrediscono.

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