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  • Rescissione contratto:| Con o senza giusta causa?

    Rescissione contratto:| Con o senza giusta causa?

     

    Che cosa succede se un calciatore recede unilateralmente dal contratto senza giusta causa o giusta causa sportiva?

    Lo abbiamo chiesto all’Agente FIFA Jean-Christophe Cataliotti, titolare dei corsi per agenti e osservatori organizzati a Reggio Emilia e consultabili su www.footballworkshop.it

    La risposta è rintracciabile nel Regolamento FIFA sullo status e sul trasferimento del calciatore. Ai sensi dell’art. 17 del suddetto Regolamento, il calciatore desideroso di cambiare società in assenza di una giusta causa o di una giusta causa sportiva dovrà corrispondere un indennizzo all’altra parte. L’ammontare del prezzo da pagare si calcolerà tenendo conto delle leggi nazionali vigenti (per l’Italia si farà riferimento agli articoli del codice civile sul risarcimento del danno) e di altri criteri oggettivi, come, ad esempio, la durata residua del contratto e gli eventuali esborsi versati dalla società.

    Quindi basta pagare e il calciatore si libera?

    Non è proprio così. Infatti, se la risoluzione del contratto avviene durante il c.d. periodo protetto, oltre all’obbligo dell’indennizzo, il calciatore subirà una pesante sanzione sportiva consistente nel divieto di partecipare a incontri ufficiali per quattro mesi, che possono diventare sei in caso di aggravanti.

    Che cos’è il periodo protetto?

    E’ definito dallo stesso Regolamento FIFA come un periodo di tre stagioni intere (o di tre anni) che segue l’entrata in vigore di un contratto, laddove tale contratto sia stato stipulato prima del 28° compleanno del professionista, ovvero un periodo di due stagioni intere (o di due anni), laddove tale contratto sia stato stipulato dopo il 28° anno di età.

    E la società che tessera il calciatore che ha rescisso il contratto senza giusta causa non rischia niente?

    Rischia. Perché salvo si provi il contrario, si presume che una società che tesseri un professionista che abbia rescisso il proprio contratto senza giusta causa abbia indotto tale professionista a commettere la violazione contrattuale. La sanzione consiste nel divieto di tesserare nuovi calciatori sia a livello nazionale che internazionale per due periodi di tesseramento.

    Ultima curiosità. Un calciatore quando può risolvere un contratto per giusta causa sportiva?

    In un solo caso e si tratta di una facoltà concessa esclusivamente al calciatore affermato che, nel corso di una stagione agonistica, abbia disputato meno del 10% delle gare ufficiali a cui partecipa la società di appartenenza. E’ evidente che si tratta di una norma di difficile interpretazione e applicazione: quando un calciatore può dirsi affermato?

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