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  • Reti fantasma: Fifa, occhio di falco e microchip

    Reti fantasma: Fifa, occhio di falco e microchip

    È italiana l'ultima baraonda di polemiche sul gol fantasma, ma italiano non sarà il rimedio: l'Ifab (International Football Association Board) ha bocciato il sistema messo a punto dalla Cnr per conto della Federcalcio, quello sperimentato allo stadio Friuli di Udine, che si basava sulle telecamere posizionate sugli spalti.

    Era preciso al 78%, troppo poco per l'organismo della Fifa che ha il potere di modificare le regole del calcio e che è piuttosto restio a lanciarsi verso le innovazioni. Si spalancano, in ogni caso, le speranze di chi invoca la tecnologia in campo: dalla riunione di ieri a Londra il pallone è rotolato verso il futuro, perché degli otto meccanismi in gioco almeno due sono rimasti in vita.


    L'hawk-eye (l'occhio di falco) e il GoalRef hanno superato la prova e sono stati ammessi all' esame del 2 luglio, a Kiev. Il primo metodo è già in uso nel tennis, si basa su telecamere e sfrutta un riconoscimento ottico. Il secondo ricorre a un microchip posizionato all'interno del pallone: un campo magnetico per far scattare l'allarme e respingere le polemiche. Alla prova finale le tecnologie arriveranno con il sostegno del presidente della Fifa, Joseph Blatter: «Non vogliamo che si ripeta quanto accaduto agli ultimi Mondiali, morirei per un altro caso», l'appello lanciato venerdì con chiaro riferimento al gol non convalidato a Lampard in Sudafrica durante Inghilterra-Germania.

    Sullo sfondo c'è lo scontro di vedute con Michel Platini: il presidente dell'Uefa propende per i due arbitri nelle aree di rigore, il sistema continuerà a essere sperimentato ai prossimi Europei. L'esito della sfida è appeso ai test di Kiev. Nel frattempo è stata rimandata la decisione sul hijab, il velo islamico per le calciatrici. Ma di fronte alle pressioni dei principi sauditi, la Fifa potrebbe arrendersi e rimuovere il divieto a usarlo introdotto nel 2007.


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