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  • Roma, finalmente Osvaldo. Ma sarà la soluzione a tutti i mali?
Roma, finalmente Osvaldo. Ma sarà la soluzione a tutti i mali?

Roma, finalmente Osvaldo. Ma sarà la soluzione a tutti i mali?

  • Antonio Moschella

Dopo due settimane degne di un tormentone che ricorda in parte quello di Batistuta nel 1999, Pablo Daniel Osvaldo ha lasciato l’Espanyol per tornare in Italia. L’annuncio era ormai nell’aria dopo che l’attaccante aveva disertato una serie di allenamenti negli ultimi dieci giorni senza aver precedentemente avvisato la società.

Quando la sua Mini ha imboccato per l’ultima volta l’uscita del campo di allenamento dell’Espanyol un tifoso lo ha freddato: “Ti auguro tutto il bene possibile nella Roma ma non ci si comporta così” in riferimento alla mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi. Nessuna dichiarazione e via: destinazione aeroporto, verso Roma. Impaziente di vestire la casacca giallorossa, il “killer” (come lo chiamavano i suoi ex tifosi) ritorna in Italia per dimostrare quanto vale. Nell’ultimo anno e mezzo di Liga è andato a segno 20 volte in 52 partite ed si è imposto come riferimento assoluto nell’attacco dei “pericos”. L’ultima stagione i suoi gol hanno portato la Squadra all’ottavo posto, alle porte di una qualificazione Uefa che manca dal lontano 2004-2005.

L’italo-argentino si trova di fronte a un’occasione d’oro per dimostrare la sua piena maturazione ad alti livelli, dopo aver dimostrato solo a sprazzi il suo talento durante le esperienze di Lecce, Fiorentina e Bologna. Luís Enrique l’ha richiesto espressamente come rinforzo per un attacco dove le componenti principali sono gli esperimenti e le incognite. Lamela e Bojan devono dimostrare tutto, Borriello sembra essere relegato a un mero ruolo da comprimario (o verrà addirittura ceduto) mentre il totem Totti è al centro delle polemiche tra i romantici che lo vedono ancora come irrinunciabile e gli innovatori che vorrebbero voltare pagina e prescindere da lui. Il nodo è l’impiego di Osvaldo nel tridente giallorosso: l’italo-argentino è bomber d’area che aspetta il pallone nella sedici metri avversaria ma non disdegna partire dall’esterno ed abbina una buona tecnica individuale con il fiuto del gol tipico del centravanti. Il problema di pestarsi i piedi con Totti o di rivaleggiare con Bojan non lo spaventano.

La voglia di rivincita c’è, il gran palcoscenico pure. Ora starà ad Osvaldo dimostrare il suo valore in una grande piazza, dove il clima già di solito caldo adesso inizia ad essere bollente dopo l’eliminazione inaspettata dall’Europa League…

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