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  • Roma-Fiorentina: parla il doppio ex Fabrizio Lucchesi

    Roma-Fiorentina: parla il doppio ex Fabrizio Lucchesi

    • L.C.

    Toscano doc, attualmente direttore generale del Pisa e doppio ex della sfida che vedrà di fronte all’Olimpico Roma e Fiorentina domenica prossima. Stiamo parlando di Fabrizio Lucchesi, dirigente preparato ed esperto che con la Roma dei Sensi ha vinto uno Scudetto e che, successivamente, ingaggiato dalla famiglia Della Valle, ha contribuito a riportare nel calcio che conta la Fiorentina grazie all’escalation dalla serie C2 alla serie A, dopo il triste momento del fallimento dell’epoca Cecchi Gori. Un uomo, dunque, che può presentare al meglio ai lettori del Brivido Sportivo la sfida tra giallorossi e viola.   

    Lucchesi, partiamo dal passato. Da un Roma-Fiorentina di qualche anno fa quando un Batistuta giallorosso castigò la ‘sua’ Fiorentina, scoppiando in lacrime. Ci racconta un po’ quel dopo-partita?
     «Ricordo benissimo quel momento, quando Gabriel pianse dopo aver segnato alla Fiorentina. Come fosse adesso. Gabriel, un tipo solitamente solare, allegro, sorridente, dopo il match si mise in silenzio. Si isolò, seduto su una panca, non aveva voglia di parlare con nessuno. Testimoniò così la sua immensa sensibilità, il suo sentimento. L’emotività di una persona che in campo era un animale. Ma fuori un uomo vero».
    Quanto fu importante Bati per quella Roma che a fine stagione vinse lo Scudetto?
    'Non importante, ma fondamentale. Tutti furono importanti, a nessuno va tolto il merito di quella vittoria, ma il suo apporto fu indispensabile. Non mi vergogno a dire che gran parte di quello Scudetto fu merito suo. Nel girone d’andata fu devastante, segnò 13 reti. E poi garantiva una forza d’attacco notevole: quando non segnava lui, lo facevano gli altri. Anche grazie a lui'.
    Batistuta-Montella, un rapporto mai decollato… tutta ‘colpa’ di quel numero 9 sulla maglietta o c’era in ballo il posto da titolare?
    'Quello tra Bati e Vincenzo è stato un rapporto di competizione. Non scherziamo: stiamo parlando di due campioni puri. Forse Montella era un campione e Batistuta un fuoriclasse, ma comunque erano due prime donne, due numeri uno. Era normale, quindi, ci fosse tra i due una rivalità sportiva accesa. Cercavano semplicemente di primeggiare per avere spazio in quella che all’epoca era la squadra italiana più forte. Non ho mai sentito dire di un campione che avesse voglia di non prevalere su un altro. Non ho mai visto un cavallo voler arrivare testa-testa con un altro, senza cercare l’accelerazione per vincere…'. 
    Lunedì sera Bati (ovvero il simbolo della Fiorentina dopo Antognoni) è tornato allo stadio Franchi, accolto dai Della Valle. Lei che conosce bene sia la famiglia Tod’s che Batistuta… non pensa che insieme potrebbero dare ulteriore lustro alla Fiorentina?
    'Antognoni è la Fiorentina e sono d’accordo con la tua classifica: Batistuta, nell’immaginario collettivo, è l’uomo e il campione che rappresenta di più la Viola dopo Antonio. Sono due leggende che rappresentano il passato. Figure che meriterebbe spazio, non ci sono dubbi. A suo tempo, quando ero a Firenze, parlai della possibilità di inserire Antognoni in Fiorentina. Ne parlai con la famiglia Della Valle e con Giancarlo. Poi venni via e non se n’è fatto più di nulla. Ah, a proposito di Bati vorrei aggiungere una cosa…'.
    Prego…
    'Sono felice di poter dire che con Gabriel ho avuto un rapporto bellissimo fatto di sincerità, di feeling e stima'.
    Passiamo al presente. Alla squadra di Garcia e a quella di Montella. Entrambe divertenti. Entrambe belle da vedersi. Ce le racconti… Quale preferisce? 
    'Non posso rispondere a questa domanda: è come se un padre dicesse quale dei due figli preferisce… Ma posso dire che entrambe le squadre, a mio avviso, stanno facendo meglio di quanto previsto. La Roma era partita alla grandissima, ora è un po’ calata, ma comunque sta disputando un ottimo campionato. La Fiorentina è una macchina che mette continuamente benzine nel proprio motore. Chi si aspettava dai viola qualcosa di più, commetteva un errore. L’aspettativa doveva essere la conferma di quanto di buono aveva fatto la squadra di Montella lo scorso anno quando, tutto quello che veniva, era trovato. Quest’anno – lo ripeto – la Fiorentina è più forte di un anno fa. E verrà fuori'.
    Ma lei preferisce la filosofia della Roma o della Fiorentina?
    «Sono due squadre diverse, ma in qualcosa si assomigliano, ossia nell’interpretazione della gara, nel cercare sempre di fare la partita. In questo momento preferisco la Fiorentina. La Roma di inizio stagione era molto brillante. Forse troppo. Se avesse mantenuto quell’intensità lì, sarebbe stata devastante, ma non era possibile rimanere a certi livelli».
    Crede più nella Roma o nella Fiorentina (nonostante i giallorossi siano in netto vantaggio in classifica) in vista di un piazzamento Champions o, addirittura, di un ruolo come outsider per lo scudetto?
    'Credo nella forza di entrambe le squadre. Fiorentina e Roma sono le due squadre che lotteranno insieme al Napoli e all’Inter per conquistare i due posti Champions, dietro alla Juventus che, per conto mio, rivincerà ancora lo Scudetto'. 
    Quanto perde la Roma senza Totti in termini di qualità, ma soprattutto di carisma?
    'Sarà un caso, ma quando è mancato Totti, la Roma è calata pareggiando quattro partite consecutive contro Torino, Sassuolo, Cagliari e Atalanta. Sembrano discorsi da bar dello sport, ma la verità è che Francesco è ancora integro e dinamico e che, con lui, la squadra acquisisce qualità e carisma. Ha colpi da campione che possono cambiare le partite. Colpi che, negli ultimi anni, hanno avuto solo in tre in Italia: lui, Del Piero e Baggio'. 
    Quanto invece avrebbe potuto avere in più, la Fiorentina, con Gomez?
    'Non ci sono dubbi che la Fiorentina con Gomez avrebbe potuto avere molto di più. Senza togliere niente agli altri, i viola hanno perso qualcosa dall’assenza del tedesco. Lui e Rossi insieme potevano e potranno essere devastanti'.
    Lo scorso anno la sfida tra Zeman e Montella la vinse il boemo (anche grazie alla complicità di Viviano, ex portiere viola). E Roma-Fiorentina fu considerata uno spot per il calcio. Chi la spunterà questa volta?
    'Ricordo quella partita: entrambe le squadre, per come giocarono, potevano vincere… e la Fiorentina non meritava la sconfitta. Per quanto riguarda domenica prossima credo che, se la Roma non riuscirà ad esprimersi con i ritmi di inizio stagione, la Fiorentina avrà molte chance di portare a casa un risultato positivo'.
    Infine le chiediamo un parere a 360° su Ljajic e sulle sue vicende in viola: come avrebbe agito con lui?
    'Quella di Ljajic è una storia strana. Quando successe il ‘fattaccio’, io patteggiai per Delio Rossi. Capii subito che poteva essere successo qualcosa che era riuscito a smuovere quello che solitamente è un uomo con un equilibrio straordinario. Ljajic si dimostrò prepotente e arrogante. Poi è venuto fuori quello che sapevamo, ovvero che era anche un giocatore importante, con qualità eccellenti. Ma il rapporto con la società si era incrinato, il ragazzo non voleva firmare il contratto con la Fiorentina. Voleva andarsene. E non era saggio trattenerlo. In questi casi, meglio lasciarlo andare'.  

     

     

     

     

     

     

     


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