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  • Roma in crisi: solo Totti può salvare Luis Enrique

    Roma in crisi: solo Totti può salvare Luis Enrique

    di Xavier Jacobelli
    (direttore quotidiano.net)
     
    Sette sconfitte in 17 partite (6 in campionato, 1 in Europa League) sono tante. Diventano troppe se ad incassarle è la Roma che in estate ha cominciato la rivoluzione, ma, adesso, si ritrova in mezzo al guado di una classifica scricchiolante, dopo essere stata eliminata dall'Europa League addirittura in estate.

    Individuare in Luis Enrique il terminale di ogni colpa sarebbe troppo facile e troppo riduttivo. Quando una squadra va in crisi, c'è sempre un concorso di colpa fra tecnico, giocatori, dirigenti Gli unici che devono essere tenuti fuori dalla mischia sono i tifosi: il credito di fiducia e di pazienza aperto dai sostenitori giallorossi è stato ampio. Non poteva nè può essere illimitato, ma questo ça va sans dire.

    Fa piacere leggere che, dopo Firenze, Baldini abbia affermato: "L'esclusione di Totti può far male all'ambiente". In estate, fu proprio il non ancora ufficialmente direttore generale a tacciare di pigrizia il Capitano, ricorrendo ad un'espressione particlarmente infelice. Per non dire delle sortite del nuovo direttore sportivo, sempre a proposito del ruolo e del futuro del più rappresentativo giocatore romanista.

    La verità è che, oggi come oggi, soltanto Totti può salvare Luis Enrique. A patto che lo stesso voglia salvarsi, s'intende. Diciassette partite, diciassette formazioni diverse. Va bene tutto. Vanno bene gli esperimenti e la necessità di conoscere bene i giocatori a propria disposizione. Va bene il Gioco Nuovo che ancora non è un nuovo gioco, ma un'accozzaglia di buone intenzioni e di un ruminante possesso palla. Va bene il sogno catalano. Ma il problema della Roma è che non tira mai in porta, tant'è vero che il suo attacco è soltanto l'ottavo del torneo, mentre la difesa è la sesta peggiore.

    Alle corte: per uscire dalla crisi, Enrique deve fare scelte chiare e definitive, ripartendo da Totti.  Il suo coraggio e la sua applicazione sono ammirevoli, ma lo spagnolo è il primo a sapere che la strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni. Non c'è più tempo da perdere: la Juve è dietro l'angolo.


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