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  • Dzeko inibito, Florenzi non difende, l'Inter pressa. E alla fine nessuno gode

    Dzeko inibito, Florenzi non difende, l'Inter pressa. E alla fine nessuno gode

    • Giancarlo Padovan
    Tra Roma e Inter non gode nessuno. Ma certo può essere più soddisfatta la Roma che mantiene cinque punti di vantaggio sui nerazzurri e scaccia l’ipotesi di una sconfitta dopo otto vittorie consecutive. Non è stata una partita avvicente, come ci si poteva aspettare, né ricca di gol, come qualcuno pensava. Tatticamente non ci sono stati errori marchiani, se non quello di Florenzi sorpreso da Perisic in occasione del vantaggio dell’Inter. Spalletti ha rinunciato a Dzeko e quando è entrato si è capito perché: un centravanti si giustifica se segna o crea spazio. Dzeko attualmente è inibito per l’una e per l’altra attività. Mancini non esce battuto dall’Olimpico e questa è già una buona notizia per lui e per la sua squadra. Al di là dell’impegno e del sacrificio, non è mancata la capacità di ribaltare il gioco con rapidità, come sono stati limitati i rischi in fase difensiva. Fermare questa Roma non era facile e l’Inter ci è riuscita con una prova collettiva convincente.  

    La Roma è partita meglio, imprimendo un ritmo alto a tutte le sue giocate. Ha avuto più occasioni  (anche se non troppe) e ha sorpreso l'Inter con gli inserimenti delle punte e dei centrocampisti. L'Inter ha cominciato a disinnescare l'avversario dalla metà del primo tempo. Prima alzando la pressione, cioè l'azione individuale in aggressione, poi trovando lo spazio di corsa sul versante sinistro dove Florenzi spesso non aveva tempo ed energie per la fase difensiva. Spalletti, a sorpresa, ha preferito mettere Dzeko in panchina per affidarsi ad un tridente sghembo dove, come diceva Guardiola quando parlava del suo Barcellona, il centravanti è lo spazio. In questa creazione non virtuale si sono infilati i centrocampisti abili nella conclusione. Tuttavia la linea a quattro interista non ha mai perso la propria compattezza (elementi stretti) e mobilità (fluttuazione sistematica sia sui palloni verticali che su quelli orizzontali).

    Nella ripresa l'Inter ha trasformato la pressione in pressing e il gioco della Roma ne ha risentito ulteriormente. La partita è diventata spigolosa e fisica, gli spazi si sono ristretti, gli errori sono aumentati. Da un pallone strappato a centrocampo è disceso il gol di Perisic, servito da Brozovic, i migliori tra gli interisti. Anche in questo caso il mancato presidio della fascia destra è risultato letale. Forse l'Inter non aveva bisogno del gol per prendere coraggio, ma non c'è stato dubbio alcuno sul beneficio ritrovato. La squadra di Mancini è stata fluida e precisa, al contrario della Roma che ha sbagliato moltissimo soprattutto nei disimpegni difensivi (Rudiger).

    Con l'entrata in campo di Dzeko la partita è diventato un assalto della Roma all'area interista. Ma proprio il bosniaco è stato protagonista nel bene (colpo di testa deviato da Handanovic) e nel male (palla spropositata in curva sud da posizione favorevolissima). Perfino sul gol del pari di Nainggolan, Dzeko è stato involontario protagonista. Il suo tiro sbagliato è finito sui piedi del belga che con un tiro radente ha messo dentro. E alla fine della sua prestazione contraddittoria è riuscito perfino ad opporsi ad un tiro di Salah destinato, probabilmente, a finire in fondo alla rete.

    Sarebbe stato troppo? Nessuno avrebbe gridato allo scandalo perché il finale è stato tutto della Roma. Ma l’Inter non avrebbe meritato la sconfitta. Anche se il pari, per di più in rimonta, lascia poche prospettive di agganciare quel terzo posto indispensabile come l’aria. 


     

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