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  • Roma, Keita: 'Real? Nulla è impossibile'

    Roma, Keita: 'Real? Nulla è impossibile'

    Seydou Keita, centrocampista della Roma, è intervenuto questa mattina alla radio ufficiale della società. Queste le sue dichiarazioni.

    Il momento della Roma.
    "E' un momento molto positivo per la società e per la squadra. E soprattutto per i tifosi. Quando una squadra vince è più facile lavorare per correggere i piccoli errori e le cose che ancora non vanno, per andare avanti".

    C'è uno spirito nuovo.
    "Con il cambio di allenatore è cambiata la nostra mentalità. D'altra parte, se si cambia un allenatore è perché le cose non vanno bene e con un nuovo tecnico le cose cambiano. E' importante per la testa e per la fiducia.  A volte serve più tempo, ma per fortuna noi ci abbiamo messo poco e siamo già a 4 vittorie consecutive. La squadra sta crescendo poco a poco, come dice il mister. C'è ancora altro da migliorare ma siamo sulla strada giusta. Se continuiamo così potremmo fare un bel finale di stagione".

    Cosa cambia se giocate tu o De Rossi nel far partire l'azione?
    "Io e De Rossi abbiamo un modo di giocare un po' diverso, ma se ognuno di noi fa bene ciò che gli chiede l'allenatore, è un bene per la squadra. Il mister chiede la stessa cosa a me, Daniele o Vainqueur quando giochiamo davanti alla difesa. Le indicazioni del mister non cambiano e le nostre caratteristiche sono a disposizione della squadra e si adattano alle richieste dell'allenatore".

    Contro il Sassuolo il mister rimproverava Zukanovic perché non ti passava la palla e tu guardavi la scena.
    "Lui vuole che tutti i palloni passino per i miei piedi. In campo bisogna saper prevedere se si può effettuare un passaggio o no. Allora lui grida il mio nome perché vuole che mi passino il pallone. Così io sento ripetere il mio nome e mi giro, ma è tutto normale e tranquillo".

    Le sfide col Real Madrid a Barcellona.
    "Si vivono con grande intensità. Come accade qui nei derby con la Lazio. E' una partita importantissima per calciatori, tifosi e società. Ho giocato tante volte contro il Real, anche quando ero al Siviglia o al Valencia. Ho bei ricordi, le cose sono sempre andate abbastanza bene".

    Come si affronta il Real Madrid?
    "Personalmente penso che serva tanta fiducia. Dobbiamo crederci e scendere in campo convinti dei nostri mezzi. Poi il mister lavorerà al massimo per prepararci a vincere questa partita. Che è difficile, perché loro sono una grande squadra, ma non è impossibile. A volte perdono anche loro, nessuno è imbattibile".

    Sei uno dei calciatori africani più vincenti della storia. 
    "E' molto importante per me portare il calcio africano nel mondo. Nella mia carriera ho cercato di avere buone relazioni con tutti e mettere la mia esperienza al servizio degli altri, cosa che vorrò fare a fine carriera. Voglio fare qualcosa per aiutare i giovani calciatori in Africa. Noi dobbiamo fare le cose al meglio possibile, ma la nostra carriera dura una decina d'anni. Solo in pochi, come Totti, riescono a giocare ad alto livello per più di 20 anni. Ma prima del calciatore viene la persona. La carriera dura poco e per me è più importante avere sempre rispetto e umiltà. E' l'aspetto più importante del mio modo di vivere. Rispetto e umiltà. Così la vita è semplice".

    Cos'è per te la religione?
    "E' una strada da seguire. Ti fa capire che tu non sei niente, anche per questo credo molto nell'umiltà e nel rispetto. Se ci sono queste due cose, non è importante che tu sia cristiano o musulmano o di un'altra religione. Ringraziare il proprio dio dopo un gol è normale, lo fanno anche molti cristiani. Anche Salah credo sia molto religioso, ma è una dimensione personale, intima, lo senti nel cuore. E' fondamentale rispettare tutte le religioni. Questa è la cosa giusta".

    Una tua frase sui tifosi della Roma non è stata capita bene.
    "Sono una persona che rispetta molto la squadra. Non ho mai creato un problema e rispetto anche i tifosi. Ho sofferto molto nella mia vita per essere quello che sono. Sono uno che nello spogliatoio chede e dà rispetto. E non ho mai mancato di rispetto a nessuno. Ma sono un calciatore che ha esperienza. Se le cose vanno male forse è colpa dei calciatori, è vero. Se tifosi fischiano, forse hanno ragione. Ma questo non aiuta. La Roma mi paga per giocare, i tifosi pagano per venire a vedermi. Basta questo per capire che un calciatore non può mai mancare di rispetto ai tifosi. Come potrebbe mai un calciatore mancare di rispetto ai tifosi? Noi dobbiamo rispettarli per questo motivo. Però se dico una cosa non mi piace ripetermi, perché prima di parlare rifletto sempre molto. Un uomo se sbaglia si assume le responsabilità. Ma ciò che dico non può essere trasformato. Se dicessi che amo la Roma come Totti o De Rossi, che ieri hanno fatto dichiarazioni d'amore alla Roma per San Valentino, direbbero che non è vero e avrebbero ragione, perché loro sono qui da 20 anni e io da uno. Ma il rispetto che porto ai tifosi è lo stesso che hanno Francesco e Daniele. Questo è sicuro".

    Il tuo futuro?
    "Non voglio fare l'allenatore, ma aiutare gli altri. Per me è stato difficile quando sono arrivato in Europa, quindi vorrei dare a tanti giovani la possibilità che ho avuto io. La vita è breve, oggi ci siamo ma domani non lo sapppiamo e quindi è meglio fare le cose buone e aiutare gli altri. Il calcio può aiutare, ma non solo. Io posso aiutare i giovani calciatori africani che vogliono venire in Europa. Mi piace l'idea di aiutare i giovani, perché il calcio è una realtà molto difficile. Se fai bene col calcio, poi starai bene con la tua famiglia e potrai aiutare altre persone. E' molto importante, te ne rendi conto quando vedi che per tanta gente anche mangiare ogni giorno è difficile".

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