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  • Roma multinazionale:| A Trigoria insegna Totti

    Roma multinazionale:| A Trigoria insegna Totti

    Trigoria, di questi tempi, sembra quasi un deserto calcistico: 14 giocatori lì, a sudare, alle dipendenze di Zeman (compreso Nego, ma senza Lobont, ancora out), uno in meno (13) di quelli sparsi in giro per il mondo, con le varie nazionali. A conti fatti, più che una squadra di calcio sembra una di calcio a 5. Organico dimezzato, anche se fornito di pezzi pesanti. Uno su tutti, Francesco Totti, che continua ad allenarsi con l'intensità di una ragazzino. E poi Nicolas Burdisso, il «Bandito», che proprio in questi giorni è a «lezione di tattica» per assimilare al meglio i movimenti della difesa (alta) di Zeman.


    In un ambiente ancora scosso dal caso-De Rossi (inserito tra i 50 candidati al Pallone d'Oro, ieri su di lui la stampa inglese ha registrato l'interesse anche del Chelsea, oltre che del City) ed Osvaldo, la dirigenza giallorossa si gode la Roma multinazionale. Tredici giocatori in giro per il mondo, con il primo a scendere in campo che è stato il baby del gruppo: Nico Lopez, ieri nell'amichevole (Uruguay-Perù 2-1) di preparazione al prossimo «Sudamericano Sub 20». «El Diente», come lo chiamano in Uruguay, ha visto per la prima volta dal vivo il figlio Elias, giocando tutti i 90 minuti come «topo sciolto»: attaccante libero di svariare, come lo definisce il tecnico Verzeri. Lopez, poi, ha parlato di Roma: «Tornare a casa è sempre bello, ma nella Capitale mi sto godendo la possibilità di giocare ed imparare al fianco di grandi giocatori come Totti. E non mi aspettavo di esordire così presto in prima squadra, è stata una bella sorpresa».

    Il capitano - Già, Totti. Lui è da un po' che in giro non ci va più (per sua scelta) e forse oggi si troverà anche a fare zapping in tv, per ammirare i suoi compagni impegnati con le varie nazionali. Per il rinnovo del contratto (scadenza giugno 2014), invece, c'è ancora tempo. Il capitano non ci pensa neanche per ora, concentrato com'è sul campionato e sul cercare di rialzare le sorti giallorosse. E le voci di questi giorni su di una presa di contatto con la dirigenza giallorossa sono solo tali: semplici voci.

    Tra i volti nuovi in giro per il mondo, c'è attesa anche per la 70a presenza in Nazionale di Michael Bradley, che con gli Usa oggi sarà impegnato in casa di Antigua e Barbuda. «In Italia sono diventato un giocatore più completo e più rapido nel riconoscere le differenti situazioni di gioco — dice il centrocampista — Roma? Mi godo la città ed il club, non pensavo fosse così solido». Poi, un giudizio su Zeman, di cui Bradley è un fedelissimo: «Ha una grande personalità, il suo modo di fare mi piace. È uno con le idee molto chiare, sa sempre quello che vuole: in allenamento, dai suoi giocatori e dalla squadra». È quello che si spera a Roma in questi giorni. Il deserto di Trigoria andrà avanti fino a mercoledì, quando alla spicciolata torneranno un po' tutti. Nel frattempo, però, il messaggio lanciato con le esclusioni di Osvaldo e De Rossi dovrebbe essere arrivato a destinazione: da oggi gioca solo chi vuole soffrire per la causa. La Roma multinazionale, del resto, è anche questo: condivisone di gioie, dolori e fatiche, in giro per il mondo.
     


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