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  • Roma, non sparate su Dzeko

    Roma, non sparate su Dzeko

    • Francesca Schito
    Casillas che si addormenta in uscita, Dzeko che raccoglie palla, pasticcia nel primo controllo, si allunga e conclude a porta semi-sguarnita. La stagione "ufficiale" del centravanti bosniaco comincia così, con un'occasione enorme che non si concretizza e i tifosi giallorossi che imprecano per l'errore. Mai come stavolta, però, sarebbe sbagliato (e deleterio) attaccare il numero 9 giallorosso, che sembra aver finalmente incassato la fiducia di Luciano Spalletti e che non ha sfigurato nella bolgia di Oporto.

    L'APPOGGIO DEL TECNICO - "Io sono dalla sua parte, sempre, qualsiasi cosa voglia fare in campo", le parole del tecnico nella pancia del Do Dragao. Spalletti lo ha tenuto in campo dopo l'espulsione di Vermaelen, puntando sulla sua fisicità: se c'è qualcosa che non ha funzionato, nella gara di Dzeko, non è l'episodio in avvio quanto qualche pallone non protetto a dovere nei momenti più difficili della notte romanista. Ma si è visto un altro Dzeko rispetto allo scorso anno, un giocatore in grado anche di dialogare palla a terra con i compagni e, all'occorrenza, di fungere quasi da regista offensivo.

    IL BISOGNO DI FIDUCIA - "Questa è una nuova stagione, voglio guardare avanti. Voglio aiutare la Roma e qui è stato un buon inizio", ha dichiarato Dzeko nell'immediato dopo-gara. Il bosniaco ha bisogno di fiducia e forse, almeno per una volta, sarebbe il caso di dimenticare il recente passato, cosa che sottolinea proprio l'attaccante. "Non mi ricordo di quanto mi è accaduto l'anno scorso". La voglia di ripartire, di convincere un pubblico che lo ha prima accolto da re e poi demolito a suon di critiche. Anche sacrosante, questo è fuor di dubbio. Ma per agevolare il compito di Spalletti, per qualche mese sarebbe opportuno valutare l'ipotesi di una tregua.

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