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  • Roma, Sabatini: 'Sono restato per orgoglio e resposabilità'

    Roma, Sabatini: 'Sono restato per orgoglio e resposabilità'

    Il direttore sportivo della Roma Walter Sabatini ha rilasciato una lunga intervista nel corso della trasmissione 'Il processo del lunedì' in onda su Rai Sport. 'Noi vogliamo confermare quello che stiamo facendo e difendere la nostra posizione - ha affermato il dirigente giallorosso -. Siamo moderatamente fortunati: è un'attitudine, una qualità necessaria nello sport e nella vita. Certo, se la striscia di risultati della Roma viene associata solo alla fortuna siamo contenti; sappiamo che non è così, ma ne prendiamo atto. Garcia è uno straordinario tecnico. Viene definito un allenatore psicologo: no, è un allenatore di campo. Le sostituzioni di Garcia possono essere giocate al lotto, non sbaglia mai. Totti e De Rossi hanno ritrovato una condizione dell'anima: giocano con gioia, credendo a un'idea. Quest'estate abbiamo dismesso dei giocatori fenomenali, con gran dispiacere, ma abbiamo preso giocatori rilevanti che stanno facendo molto bene. In quel periodo ci siamo sentiti presi di mira, ma è una cosa superata: è stato un momento difficile ma siamo andati avanti con le nostre idee, lavorando bene, in maniera coesa. Io escluso dall'eventuale premio scudetto? E' una situazione contrattuale, non era necessario. Questa storia dei premi scudetto è risibile: si tratta semplicemente di premi insieriti per calmierare gli stipendi dei calciatori o dei dirigenti'.

    'Un bilancio della mia carriera? Rimpiango alcuni calciatori che non sono riuscito ad avvicinare, a prendere o a trattare per vari motivi, ma non posso fare nomi perché eslcuderei tanti altri che mi hanno dato tante soddisfazioni - ha spiegato Sabatini -. Ho aiutato parecchi ragazzi ad affermarsi, tra cui per esempio Gattuso. Non è stata una mia scoperta, mi sono limitato a prenderlo da una squadra calabrese. Tante volte penso al mio stato d'animo e lo definisco fibrotico. Quando un calciatore si strappa interviene il tessuto connettivo a rigenerare il muscolo, ma perde elasticità. Ecco, la fibrosi mi tiene però lontano dalla gioia incontrollata, dall'esaltazione. Un mio futuro all'Inter? Thohir, poverino, non è ancora arrivato, non ha detto nulla e ha già cacciato i suoi dirigenti e assunto cinque direttori sportivi. Io non sono in quel gruppo di dirigenti. Io sono il d.s. della Roma, orgogliosamente; se non mi cacciano, rimarrò qui. La mia ambizione è rendere forte la Roma, e se questo non accadrà non potrò essere il direttore sportivo giallorosso. L'anno scorso sono rimasto per orgoglio e anche per senso di responsabilità'. 

    'La proprietà americana? Ci sono vantaggi e svantaggi - ha argomentato ancora Sabatini -. La lontananza a volte è benedetta perché c'è più tempo per ragionare, rimettersi a posto e riparare gli errori. La presenza costante ti comprime, ti stressa. Io sono stato fortunato nella mia vita professionale: ho sempre lavorato con grandi presidenti, come Lotito o anche come l'oggi dimenticato come Gaucci. Sentimento di rivalsa nei confronti della Lazio dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia? Già è tanto che siamo sopravvissuti... la metterei su un piano diverso. Quello è stato un episodio mortifero per noi, ma non c'è quel sentimento; c'è invece un impegno grave verso i nostri sostenitori. Il tifo della Roma è debordante, esce da tutte le parti, e noi lo vogliamo assecondare. La Lazio è la nostra grande storica avversaria, è la seconda squadra della città (ride, ndr). Dobbiamo rispettarla, semplicemente. Lotito? Un grande presidente, imbrocca tutte le cose difficili perché ha qualità straordinarie. Certo, poi sbaglia tutte quelle facili, come interloquire con le persone in una certa maniera, concedere qualcosa a qualcun altro'.

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