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  • Roma: Strootman, l'etichetta è di rigore

    Roma: Strootman, l'etichetta è di rigore

    • V.N.

    Il primo pensiero adesso è: giù le mani da Strootman. Oppure: Strootman per sempre a Roma. L’impatto tra l’olandese e il giallorosso è stato impressionante, diciamo pure un amore al primo incontro. Sarà per quel mascellone mobile, per quello sguardo da brutto e antipatico, per quel modo di arare il campo, per quel su e giù con quelle leve da gru e le braccia ciondolanti. Kevin piace, non ha paura di niente. Poi, quel rigore, la chicca che non ti aspetti: due passi, la botta disarmante. Una sentenza.

    Di Bartolomei, s’è detto. E lì a tanti è caduta la lacrima. Oppure nel gioco Emerson, la tesi di altri. Meno lacrime, ma il paragone col brasiliano è facile da comprendere: entrambi sono due trascinatori, cocchi degli allenatori. Forse non è un caso se De Rossi adesso si sente più sicuro ed è tornato ad essere De Rossi; non a caso pure, che Pjanic abbia ritrovato la sua dimensione, e che ora si senta libero di creare, perché tanto c’è l’olandesone lì che fa la guardia. Un assist, un gol, due partite giocate, a Parma il 94% di passaggi riusciti ed era la sua prima trasferta con la maglia giallorossa. 

    Come riporta Il Messaggero, la prima domanda che gli hanno fatto a Riscone di Brunico, il giorno della sua presentazione, è stata: ma non sono troppi i venti milioni pagati per lei? Lui, indurendo la mascella, ha risposto di no. Un no, secco. Perché quei soldi per un ragazzo della sua età non possono essere che uno stimolo a fare bene. Oggi, a distanza di due mesi da quel giorno di ritiro, a Trigoria già stanno facendo il calcolo di quanto Kevin ora valga di più, di come si sia valorizzato in poco tempo. Ha preso la maglia di Aldair, precedentemente ritirata, perché viene considerato un top player e solo per uno così – disse la società – poteva essere estratta dalla cornice la mitica 6 di Pluto. Ecco quel numero è andato da Pluto a Cerbero. Due cani diversi.

     

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