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  • Roma:| Totti-Pallotta, patto da derby
Roma:| Totti-Pallotta, patto da derby

Roma:| Totti-Pallotta, patto da derby

 A pranzo a Testaccio, in via Marmorata, a poche centinaia di metri dallo storico campo del primo scudetto giallorosso. Insomma la location migliore per l’incontro tra il presidente e il capitano della Roma. E anche il ristorante del ricordo più bello per Francesco Totti. Lì, con famiglia e amici, andò a festeggiare il terzo titolo, il 17 giugno del 2001, l’unico in venti anni di carriera con la maglia della vita e i colori del cuore. Si fermò il quartiere quella notte, in attesa della benedizione dall’alto del gladiatore della squadra di Franco Sensi e Fabio Capello.
 
IL CONTO A FRANCESCO  Offre Totti, è casa sua. Niente cacio e pepe. Antipasti di mare, pinzimonio, formaggi, carciofi alla giudia e orata al forno, frutta e vino bianco. L’appuntamento, salendo le scale ripide del civico numero 28 sotto l’Aventino, lo fissa però James Pallotta, atterrato a Ciampino alle 7 con il ceo giallorosso Italo Zanzi e l’amico Alex Zecca: la proprietà vuole dar forza al simbolo romanista. «Forza Roma», ha detto con il sorriso Mr Jim prima di sedersi con gli altri sulla limousine argentata e puntare il solito hotel in via del Babuino. Da lì si è mosso per andare a incontrare il capitano. Dietro la Mercedes presidenziale qualche scooter per l’inseguimento sul Lungotevere, come accaduto venerdì con diverse macchine in scia dei bus dei grillini per la gita fuori porta del M5S nell’agriturismo a Fregene. Con Pallotta, anche il consigliere Mauro Baldissoni, oltre a Zanzi e Zecca. Anticipano Totti che arriva da Trigoria. Francesco, raggiunto da Vito Scala, è in camicia jeans, sopra la tshirt bianca, sportivo quanto il presidente che, pure lui in jeans con camicia blu e gilet trapuntato, lo abbraccia con affetto. «Voglio pranzare con il mio capitano, devo complimentarmi per il ventennale» ha spiegato ai suoi collaboratori. Gli avevano suggerito di andare subito al Bernardini. Invece è voluto restare in centro e incontrerà la squadra solo stamattina (dovrebbe pure incontrare Parnasi, per lo stadio, dopo i contatti di ieri).
 
IL FACCIA A FACCIA CON BALDINI Un’ora e mezzo insieme e ovviamente parlando in inglese. Pallotta ha voluto sapere dal capitano il suo rapporto con l’America e come si era trovato quest’estate e a Capodanno negli Usa. Totti gli ha parlato di New York e ha chiesto al presidente che cosa pensa di Roma. Senza finire sul prolungamento/rinnovo contrattuale. Perché non ci saranno problemi, come anticipò Zanzi a gennaio: «Totti è un nostro asset importante». Entro metà maggio sarà messo per iscritto l’accordo fino al 2016. Toccherà a Franco Baldini. Il dg non ha partecipato al brunch, ma ha raggiunto a fine pomeriggio il presidente per un cocktail in albergo prima della cena. Con un argomento e un obiettivo: «Franco, il derby bisogna vincerlo». «Just win», solo vincerlo. «Nessun accenno al contratto. Mi fa restare fino al 2020: sono contento, va bene, va bene così» ha salutato Francesco. E il presidente al volo: «Totti mi ha confermato per altri due anni».
 
«VENI, VIDI, VICI» «Sono il vostro portafortuna per il derby: quando sono venuto io, abbiamo sempre vinto». Pallotta ha caricato il capitano. Ha visto 4 volte la Roma dal vivo, tre all’Olimpico e le ultime due da presidente: 4 successi. Francesco ha frenato prima di tornare a casa. «Si gioca tra due giorni». Il presidente lascerà la capitale martedì all’aba. «Vorrei la Roma in Champions per vent’anni di fila, vincere e restare con continuità ai vertici. Il nostro modello è la Juve: bisogna investire sul mercato con intelligenza come hanno fatto Baldini e Sabatini. Comunque sono io il boss, nel bene e nel male» le sue parole a Trs.

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