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  • Roma, non dire Scudetto

    Roma, non dire Scudetto

    Sarà che siamo ancora a ottobre, che manca tanto alla fine del campionato o che ormai i romanisti hanno capito che per vincere qualcosa bisogna arrivare primi alla fine e non solo nelle tappe intermedie, ma questo primo posto non sembra aver entusiasmato particolarmente il pubblico giallorosso. Sì certo, la soddisfazione c'è ed è palpabile nella Capitale, ma niente di esagerato. Un profilo basso, scelto forse per mancanza di alternative. Tante la cause alla base di un atteggiamento di tranquillità. In parte a condizionare l'ambiente romanista c'è la situazione delle curve, con gli ultras impegnati a difendere i loro diritti, in parte un allenatore che non convince tutta la piazza. 
    Roma è strana, spesso le convinzioni personali sembrano essere più importanti dei risultati, spesso si aspetta la caduta degli dei pur di poter dire "io ve l'avevo detto...". I tifosi della Roma sono combattuti, la Curva Sud non ha intenzione di cedere di un passo contro le azioni intraprese dalla Questura capitolina e dal prefetto Gabrielli. La divisione della Curva, i controlli pressanti, al limite dell'esagerazione, ai tornelli, i provvedimenti di diffida che scattano con una facilità che sfiora la provocazione non possono che raffreddare il calore del tifo romanista, limitandone la voglia di festeggiare i successi sportivi. Ci ha provato Florenzi ieri a coinvolgere il suo pubblico chiedendogli di tornare allo stadio, ma in punta di piedi, per non intromettersi in una battaglia che anche tanti calciatori condividono, De Rossi in primis. Un forma di protesta civile che i giocatori non possono che rispettare così come la società, intenta a provare a mediare tra i due estremi. 
    D'altro canto, la sensazione che questo primato sia momentaneo è presente nelle coscienze romaniste. Il turno infrasettimanale mette subito a rischio il primo posto, la Roma ha abituato ad alti e bassi continui, quindi un po' di cautela sembra essere d'obbligo vista anche la classifica, particolarmente intasata al vertice. In città si respira un'aria di fremente attesa, quell'attesa che scalda i cuori e che apre uno spiraglio alla speranza di realizzare il grande sogno. La speranza che sia l'anno buono. 

    Francesca Schito


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