Roma, una Champions in silenzio
Da quanto trapela lo sciopero del tifo è stato organizzato per protestare contro i Daspo e per quello che è stato considerato un «linciaggio mediatico» avvenuto in settimana dopo i fatti del pre-partita Fiorentina-Napoli, finale di Coppa Italia, che hanno visto coinvolto Daniele De Santis, ultrà giallorosso (che però da tempo non si recava più allo stadio) accusato di avere sparato a Ciro Esposito, il tifoso napoletano gravemente ferito. Atmosfera surreale all’Olimpico interrotta alla mezz’ora di gioco dei due tempi (nel primo anche con un petardo lanciato in campo) con reiterati cori anti-Napoli, tra cui il tristemente noto “Vesuvio lavali col fuoco”; cosa che rischia seriamente di costare alle due curve (anche la parte bassa della Nord si è unita ai cori) la squalifica per la prima gara casalinga della prossima stagione.
Perché 30 minuti di silenzio all’inizio dei due tempi? Probabilmente perché chi riceve il provvedimento del Daspo deve presentarsi in Questura e firmare entro la mezz’ora del primo tempo di ciascuna gara e, analogamente, entro i primi 30 minuti della seconda frazione di gioco (per dimostrare che non si è recato allo stadio). E non è un caso dunque che i cori anti-Napoli, a sancire la fine del silenzio, siano arrivati proprio al minuto trenta di ogni tempo, accompagnati anche da tre striscioni: “Forza Daniele” e “Napoletano infame” in Curva Sud e “Daje Daniè” in Nord. Da annotare, inoltre, come nella ripresa, il settore dei Distinti Sud (lato Montemario) abbia provato a sostenere la squadra di Garcia. Tre, quattro minuti di tifo, scemato quasi immediatamente dopo l’intimazione di alcuni ragazzi ad unirsi al silenzio.