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  • Roma-Milan:| È anche Totti contro El Shaarawy

    Roma-Milan:| È anche Totti contro El Shaarawy

    • V.N.

    Un breve, ravvicinato incontro tra i due c'è già stato nello scorso marzo, esattamente sabato 24, a Milano. Francesco Totti, il Capitano della Roma, da una parte; Stephan El Shaarawy, il Faraone del Milan, dall'altra. Entrambi titolari, l'uno contro l'altro per cinquantasette minuti, prima dell'ingresso in campo di Pjanic al posto di Francesco. Uno scontro (indiretto) tra due generazioni di fenomeni: uno, Totti, adulto, esperto e vaccinato; l'altro, El Shaarawy, giovane, inesperto e in carriera.

    LE QUALITÀ - Sedici anni di differenza, tra i due. Quando Stephan nasceva, 27 ottobre del 1992, Francesco era già la stella del vivaio della Roma e si alternava tra la Primavera e la prima squadra guidata da Vujadin Boskov in attesa dell'esordio nella massima serie, datato 28 marzo dell’anno successivo. Due attaccanti che non sono soltanto attaccanti. Totti ha già fatto vedere tutto, El Shaarawy sta cominciando a far vedere di tutto. Se Totti rappresenta il meglio del calcio nostrano (almeno) dell'ultimo decennio, e lo dimostrano i numeri, il milanista sembra avviato a raccoglierne l'eredità (almeno) per i prossimi due lustri. Non è facile, del resto, trovare attaccanti che segnano e fanno segnare. Il capitano della Roma sta, per mille motivi, anni luce davanti al milanista, ma le premesse del Faraone non sono così male. Se è vero (e quanto è vero…) che non potrà mai esserci un altro Totti, El Shaarawy è l'italiano che potrebbe più di ogni altro piazzarsi sulle orme di Francesco e cominciare a camminare a testa alta verso il futuro. Se non altro perché lui, come Totti, non pensa soltanto a se stesso ma gioca anche per i compagni. Una qualità che a venti anni, e 14 reti in questo campionato già in cassaforte, non è poca roba.

    IL RUOLO - In linea teorica, attualmente sia Totti che El Shaarawy nelle rispettive squadre partono con l'etichetta di attaccante di sinistra, dando però un'interpretazione personalizzata ai rispettivi compiti tattici. Totti più del milanista ha (illimitata) libertà d'azione, è il regista d'attacco della Roma, mentre il Faraone pensa più del capitano a fare gol. Una cosa che recentemente gli è riuscita benissimo, al punto di salvare praticamente da solo il Milan nei momenti più delicati della stagione. Gol mai banali, raramente brutti e di complicato sviluppo tecnico. Non sembra di sentir parlare di Totti? 

    (Il Messaggero)

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