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  • Roma:| Zeman alimenta i dubbi su De Rossi

    Roma:| Zeman alimenta i dubbi su De Rossi

    Zeman alimenta l'incertezza: Daniele comincia mediano tra le riserve, poi lo promuove ma nel ruolo di interno destro con Pjanic e Tachtsidis.
    Roma: doppio ruolo per De Rossi.
    Raccontano che la lettura dei giornali gli abbia strappato una specie di sussurro: «Adesso si ricomincia con il mercato...». Daniele De Rossi, un po’ indispettito e un po’ divertito, già ha capito tutto. Conosce il regolamento. Finché non verrà chiarita la sua posizione, la sua importanza nucleare all’interno della Roma, si penserà che la possibilità di un trasferimento all’estero, che sia Manchester o Parigi, esiste. Poi magari, come nello sketch televisivo con l’amico Diego Bianchi in versione tassista, sarà proprio lui a rassicurare l’ambiente sulla sua volontà granitica di restare a Roma.

    MISTERO - Attendendo un momento del genere soltanto la società, con un intervento deciso e convincente, potrebbe chiudere la discussione, annunciando ai tifosi che De Rossi resterà alla Roma a prescindere dalle incomprensioni con Zeman. Ma i dirigenti hanno sposato un’altra linea, che è quella della «normalità» come amano riferire da Trigoria. «Non c’è nessun caso, nessuna lite, niente da chiarire». Ritornello ormai abituale nelle telefonate con il quartier generale della Roma anche se in privato sia De Rossi che Osvaldo sono stati rassicurati dai dirigenti con un invito: remiamo tutti dalla stessa parte, per il bene della squadra. E Zeman? Con lui Sabatini si confronta ogni giorno. Alla società non è piaciuta la frase che metteva in discussione la professionalità dei giocatori esclusi. E il disappunto è stato espresso con franchezza in uno dei tanti colloqui quotidiani. Scambi di idee di un ambiente di lavoro. Zeman da parte sua ha spiegato che non intendeva bocciare né De Rossi né Osvaldo, due calciatori che considera importantissimi per la Roma, e che anzi voleva spronarli e responsabilizzarli per il futuro. La sua intenzione è farli giocare tutti e due a Genova.

    SORPRESA - Eppure ieri, giusto per confondere le idee alla squadra, alla gente e a De Canio, Zeman ha cominciato la partitella con De Rossi schierato mediano tra le riserve, insieme con Perrotta e Pjanic (ahi: altri mugugni in vista...). La notizia si è diffusa immediatamente e suonava come un segnale: «Vuoi fare il regista? Allora vai in panchina». Non a caso, quando ha cambiato le squadre, Zeman ha spostato De Rossi nella posizione di interno destro e confermato Pjanic in quella di interno sinistro. Con Tachtsidis sempre centrale e sempre titolare.

    SPIEGAZIONE - Potrebbe essere un test da nulla, visto che i nazionali non stavano ancora bene: Bradley ad esempio, dopo la trasvolata da Kansas City, si è fermato prima della fine dell’allenamento per riposare dal jet-lag. Però se Zeman ha deciso di riproporre De Rossi dall’inizio, come è probabile che avvenga, perché ha cominciato la partitella con un altro terzetto di centrocampo? Per alimentare la suspense, forse. E’ quello che spera De Rossi, finora rimasto in dignitoso silenzio ma potenzialmente pronto a esplodere. Se non dovesse essere titolare a Genova, dopo essere stato decisivo in Nazionale, nessuno potrà più parlare di «scelta tecnica». E allora sì, la società sarebbe obbligata a esprimersi.

    L’INTOPPO - A meno che non siano i problemi fisici a fermare De Rossi: ieri il dolore alla tibia per il colpo preso contro la Danimarca si faceva ancora sentire. Ma la sua voglia di gioco, la sua esigenza di tirare una riga sui pensieri di Roma-Atalanta, sarà più forte di tutto. Si è visto anche nel pomeriggio, nel secondo allenamento: stavolta De Rossi non è proprio passibile di accuse.


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