Zeman come parafulmine per difendersi da un giugno piatto. Seppur banale, la strategia funziona. La società conta già più abbonamenti rispetto all'anno scorso, sono state presentate le nuove magliette, ma il settore sportivo ancora latita. Prima del raduno occorre inanellare i primi acquisti. Al momento la Roma va a due velocità: la società si fa apprezzare per scelte mirate e proficue, la dirigenza invece ancora è indecisa sul grande colpo. Gli altri club si stanno muovendo, hanno concretizzato alcuni affari, i giallorossi sono ancora frenati dai casi di Borini, Marquinho e Florenzi. Tre onesti giocatori, ma non di più. Dalla serie: si può e si deve trovare di meglio.

Eppure, a sentire l'umore dall'ambiente, se la società non li riscattasse tutti e tre sarebbe una grande delusione, quasi non si potrebbe giocare più a calcio. Io dico: se la Roma riuscirà a conservare questi giocatori bene, ma nel caso contrario avrebbe ancora più liquidi da investire. Ricordiamoci l'ultimo posizionamento stagionale: settimo posto, fuori dall'Europa League. La Roma deve puntare più in alto. Destro (anche al posto di Osvaldo), Castan e Jovetic possono permettere il salto di qualità. Florenzi è stato già preso, ma può andare via nuovamente.

La dirigenza sia dinamica, perspicace nel capire gli affari e il momento giusto per vendere, questione molto più complicata. Riflettiamo sugli errori della passata gestione. La rosa è zeppa di giocatori ultratrentenni che vantano ancora più anni di contratto. Occorre rinnovare sempre, e mai cavalcare - come era usanza negli anni passati - il concetto di 'squadra non migliorabile'. Diffidate dalla volpe troppo distante dall'uva. Sabatini appare di certo più onesto intelettualmente, la sua sfortuna sono i troppi buchi lasciati due anni fa. A Zeman il compito di limitare i danni. Portiamo pazienza.