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  • Romamania:| Dove sono i difensori?

    Romamania:| Dove sono i difensori?

    Sei gol subiti nelle prime tre gare. Un dato negativo che si è registrato altre tre volte nella storia giallorossa: nella prima occasione datata 1950/51 la Roma andò in B. Gli altri due precedenti appartengono alla storia recente: 2009/10 (prime due partite dirette da Spalletti, la terza da Ranieri, ben 7 gol subiti) e 2010/11 (quattro gol subiti dal Cagliari e due dal Bologna, prossima e ultima avversaria di quest'anno), secondo e sesto posto. Un avvio stentato diventato tradizione dal 2008 e che prosegue tutt'oggi. L'ultima stagione ha visto la squadra allenata da Luis Enrique ottenere due punti nelle prime tre uscite ed essere sconfitta ben sedici volte, per poi terminare il campionato fuori dalle Coppe. In sostanza, da quello scudetto 'morale' conquistato a Catania, la Roma ha subito un processo di indebolimento costante, interrotto soltanto nel 2010 con il canto del cigno firmato Ranieri. Da quattro anni (salvo appunto l'eccezione già citata) l'ambiente romanista gorgheggia ottimismo in estate, per poi trovarsi inerme davanti alle prime difficoltà autunnali.

    Possiamo dividere la crisi in due fasi. La prima: dal 2008 al 2011. Durante questo periodo la fase di cessione del club ha certamente impedito alla società di effettuare investimenti, mettendo a disposizione dell'area tecnica una rosa ormai satura e poco motivata. L'avvento della nuova proprietà (2011-12) invece si sta contrassegnando per la voglia di stupire, di differenziarsi con gli altri club. I soldi finalmente ci sono, ma questi diventano poco efficaci se i dirigenti si lasciano assecondare da idee bizzarre riguardo la visione di questo sport. Un esempio? Le porte di calcio sono poste alle due estremità del campo in senso verticale, tuttavia il dg Baldini viene attratto da un allenatore teorico dell'orizzontalità, più una sfida alla scienza che una nuova strategia calcistica. La morale è semplice: a suon di passaggi laterali la Roma perde 16 volte contro un avversario che la prendeva continuamente d'infilata con un assist... guarda caso in verticale.

    Un anno dopo, la voglia di ideologia e di filosofia non si placa e dal calcio orizzontale si passa a quello d'attacco. Chi sostiene l'esistenza e l'importanza della difesa e del centrocampo diventa vecchio e incompetente, nonostante l'insegnamento vincente di Mourinho dovrebbe essere ancora vivo nelle menti degli addetti ai lavori. Questa volta a cascarci è Sabatini: 'Tranquillo direttore, non servono difensori, giocheremo all'attacco', la firma è di Zeman. Il direttore perde d'istante ogni insegnamento calcistico accumulato in quarant'anni d'esperienza e accetta il consiglio. Per riorganizzare una difesa penetrata 54 volte, il club acquista uno scarto del Palermo, alcuni ragazzi del Corinthians (tra cui uno delle giovanili e uno rotto), e un terzino proveniente da una società fantasma. Risultato? Due gol subiti dal Catania, uno dall'Inter e tre a raffica dal Bologna. Quattro punti, appena uno in casa. E la piazza mormora: dove sono i difensori? Ecco, appunto. 

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