Calciomercato.com

  • Romamania: l'importanza di chiamarsi Roma
Romamania: l'importanza di chiamarsi Roma

Romamania: l'importanza di chiamarsi Roma

"Vedo una crescita da parte dei ragazzi dal punto di vista della serietà, della responsabilità, del carattere che deve avere una persona che porta in giro per il mondo sulla maglia il nome di Roma". Finalmente. Luciano Spalletti introduce la trasferta di Torino dicendo "qualcosa di romanista". Almeno dal punto di vista della comunicazione sembra aver centrato il punto. Sarebbe ingeneroso chiedere al tecnico toscano di sistemare con un colpo di bacchetta magica tutti i problemi di una squadra che da novembre in poi è letteralmente sparita, ma ai tifosi della Roma potrebbe bastare il fatto di vedere undici ragazzi in campo in grado di sudare, correre e aiutarsi l'un l'altro. 
Torino, dunque. Dove la prima Roma di Garcia realizzò di non essere all'altezza dell'ultima Juve di Conte, destinata poi a sgretolare ogni record di punti nel nostro campionato. Dove la seconda Roma di Garcia, per la prima volta, iniziò a vedere incrinata la figura, fin lì quasi mitologica, del tecnico francese. Dal violino alle dichiarazioni post partita, con i proclami di scudetto poi ampiamente disattesi dal campo. "E' l'occasione giusta per rientrare in corsa per obiettivi importanti", ha detto Spalletti. Che in cuor suo pregusta la possibilità di una rimonta ma che, ovviamente, non può ancora sbilanciarsi più di tanto, aspettando la conclusione del mercato e cercando di capire fino in fondo la risposta della squadra ai suoi dettami. 
Per una volta, allo Stadium, sarebbe bello giocare una partita in maniera normale. Lo score romanista nella nuova casa bianconera è terribile: tre gol realizzati, ben diciassette subiti in cinque precedenti tra campionato e Coppa Italia. Vincere sarebbe un sogno e la possibilità di ripartire di slancio, ma stavolta, al tifoso della Roma può davvero bastare una spruzzata di normalità. E di una Roma, finalmente, "romanista".

Altre Notizie