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  • Romamania: La follia del Comune che vuole bloccare lo stadio

    Romamania: La follia del Comune che vuole bloccare lo stadio

    Per il servizio "sostenibilità e energie" manca la previsione dei consumi energetici su base annua. Il servizio cavi stradali chiede l’esatta indicazione, numero e specie delle alberature da abbattere. Per gli "scarichi idrici" manca una "risposta chiarificatrice" sul problema dello smaltimento delle acque industriali, mentre esprime parere negativo all’impianto di evapotraspirazione (per lo smaltimento di acque domestiche tramite le piante) perché è previsto "solo dove non sono presenti reti fognarie"; infine, "pur non essendo di competenza" del servizio scarichi idrici, si chiedono chiarimenti sull’"impatto della maggiore affluenza delle acque meteoriche". Il servizio cave e rifiuti inerti chiede un piano per la "gestione dei rifiuti prodotti" da scavi e demolizioni e di un "piano per l’utilizzo delle terre di scavo"; mentre il servizio gestione acustica chiede di "precisare numericamente l’incremento dei treni sulla Roma-Lido" e di "valutare l’impatto acustico" con le "opportune simulazioni".

    Chissà se ormai il presidente Pallotta si sarà abituato alle strampalate richieste dei vari enti per la costruzione dell'ormai mitico stadio della Roma. Fanno sorridere, amaramente, queste "precisazioni" che sembrano avere lo scopo solo di rallentare e, infine, interrompere la procedura di approvazione del progetto e allontanare irrimediabilmente il "pubblico interesse". Un percorso a ostacoli con centinaia di cavilli burocratici che sembrano essere più di facciata che non oggettivi.

    Chissà se a tutti i cittadini del litorale romano darebbe più fastidio il rumore dei treni arrivati dal potenziamento della Roma Lido oppure dà più fastidio ora non riuscire a salire su quei tre treni in croce, senza un briciolo di aria condizionata, che li porta a scuola o al lavoro (quando riescono a prenderli)? Di certo sperano, inconsapevolmente, tutte quelle famiglie che con una nuova struttura come potrebbe essere lo stadio della Roma troverebbero una nuova forma di impiego. Scegliere di non dare il permesso a privati - ovviamente seguendo le leggi, questo è chiaro - di costruire un impianto sportivo con annesse infrastrutture e potenziamento di servizi pubblici senza che il comune sborsi un euro è un comportamento tafazziano che si inquadra perfettamente in un quadro più ampio. Quello stesso quadro in cui si colloca la scelta di dire no alle Olimpiadi. Una follia senza senso.

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