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  • Romamania:| Lucho, ora fai il bravo

    Romamania:| Lucho, ora fai il bravo

    'Bastava aspettare'. La voce rimbalza da Trigoria ed è destinata a tutti gli scettici della rivoluzione. La Roma ha comprato undici giocatori nuovi (quattro nelle ultime ventiquattr'ore) ed è la quinta società ad aver speso di più in Europa: quasi 76 milioni di euro, per un saldo in passivo di 50. Walter Sabatini ha dato così la prima pennellata ad un progetto destinato a veder luce nella sua fierezza tra due-tre anni. Il primo risultato raggiunto è la diminuzione di quattro anni dell'età media (si è passati da 30 a 26), mentre l'obiettivo di ridurre il monte ingaggi, al momento, è fallito. In tal senso pesano la mancata cessione di Borriello (ma chi l'ha detto che sia un male?) e le difficoltà avute per sfoltire una rosa di trentadue unità, di cui otto si contano soltanto in attacco. Il reparto è stato rinnovato con le cessioni di MenezVucinic e gli arrivi di Osvaldo, Bojan, Lamela e Borini. Quattro scommesse tradotti in quarantotto milioni di euro, compresi i dodici di Bojan da pagare entro il 2013.

    Probabilmente parte dei soldi destinati alle punte si sarebbero potuti investire in maniera più proficua per la difesa: Mexes è andato via a parametro zero, sono arrivati due buoni rincalzi come Kjaer ed Heinze, ma sugli esterni manca un ricambio di valore a Cassetti e Josè Angel, a sua volta un'incognita. Rosi, Cicinho e soprattutto il giovane Nego non offrono le giuste garanzie, mentre per trovare un'alternativa a sinistra, Luis Enrique ha dovuto addirittura cambiar ruolo a Taddei. Una certezza è Stekelenburg: la Roma con il suo acquisto ha sistemato una piaga nota da troppo tempo. Pjanic, invece, ha la possibilità di diventare un crack. Nonostante sia un classe '90, Miralem è un ragazzo di comprovata esperienza internazionale e dotato di elevata tecnica. In un centrocampo condito da troppi interditori, è in grado di incentivare il tasso di qualità dell'intera squadra. Sabatini, quindi, nonostante i tempi ristretti per i contrattempi dovuti al passaggio di proprietà, è riuscito a svolgere il proprio lavoro con grande intensità. In settimana aspettiamo la ciliegina: il rinnovo di De Rossi.

    Per il resto, ora tocca a Luis Enrique saper gestire il parco giocatori. Gli errori commessi durante il preliminare di Europa League, tanto per capirci, non sono più tollerabili. Giusto premiare i giovani, portare avanti le proprie idee, ma per diventare un allenatore di successo occorre innanzitutto portare rispetto per i campioni (e non sfidarli) e magari avere anche un pizzico di elasticità tattica. Gli arrivi di Gago e Pjanic, ad esempio, non consigliano di procedere sulla strada del 4-3-3. La rosa sembra più adatta ad interpretare un 4-2-3-1 con due mediani tra De Rossi, Gago e Pizarro davanti alla difesa, Pjanic trequartista, Bojan e Lamela sugli esterni, Totti centravanti. Magari nell'anno della rivoluzione, mantenere un assetto tattico antico in campo potrebbe rivelarsi una buona idea. Quella vincente. Ci pensi, Lucho e cresca insieme alla sua Roma.

    Acquisti: Cicinho (Villarreal), Okaka (Bari), Curci e Guberti (Sampdoria), Sini (Lecce), Crescenzi (Crotone), Pettinari (Crotone), José Angel (Sporting Gijon), Nego (Nantes), Bojan (Barcellona), Lamela (River Plate), Heinze (Marsiglia), Stekelenburg (Ajax), Osvaldo (Espanyol), Kjaer (Wolfsburg), Pjanic (Lione), Gago (Real Madrid), Borini (Parma).

    Cessioni: Mexes (Milan), Castellini (Sampdoria), G. Burdisso (Arsenal S.), Loria (Bologna), Riise (Fulham), Guberti (Torino), Pettinari (Crotone), Doni (Liverpool), Menez (Psg), Julio Sergio (Lecce), Vucinic (Roma), Crescenzi, Sini e Stoian (Bari), Bertolacci (Lecce), Antei (Grosseto), Brighi (Atalanta), Virga (Virtus Lanciano).

    All. LUIS ENRIQUE

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