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  • Romamania:| Menez, il finto mago

    Romamania:| Menez, il finto mago

    La Roma finalmente prende forma. La dirigenza su spinta della tifoseria traccia una linea di rottura rispetto al passato: 'Meglio i giovani che finti gioielli', recitava uno striscione lo scorso sabato a Riscone in occasione dell'amichevole contro il Sudtirol. Il riferimento neanche tanto casuale era per Jeremy Menez. Finto gioiello, sedicente mago. Gli estimatori lo hanno addirittura soprannominato Houdinì, ma molto spesso si scordava addirittura il cilindro a casa. Jeremy Menez è stato più che altro un turista nella sua avventura romana.

    Ha giocato poco, ha segnato ancora meno. I numeri: ottantaquattro presenze, sette reti. Nell'ultima stagione appena un paio. Gli stessi di Loria. Nel suo volto dipinta costantemente l'insoddisfazione. Irritante nell'ostinarsi nei dribbling nelle giornate no, arrogante in quel Roma-Cagliari. Nella serata in cui ha creato il più bel gioiello nella sua carriera romanista (nella foto): accelerazione palla al piede, dribbling al portiere, palla in rete. Una magia inutile. La Roma già vinceva 2-0 e l'arbitro era con il fischietto in bocca. Eppure il francese nell'esultare decise di azzittire la tribuna stampa, quei giornalisti rei di criticarlo. Salvo poi riscomparire dalla domenica successiva.

    Si è sempre detto: Menez non va d'accordo con Spalletti, non c'è empatia con Ranieri, non è capito da Montella. Jeremy in realtà ha soltanto un problema con sé stesso. Crede di essere Maradona, ma non lo è. Si allena male e i risultati si vedono in campo. E' uno alla Cassano. Con la differenza che il barese è uno spaccone, lui è un musone. Entrambi sono passati alla Roma, tutti e due se ne sono andati assordati dai fischi della gente. La Roma di finti gioielli ne ha avuti fin troppi, da oggi l'augurio è che l'orafo Sabatini ci veda meglio. Bojan e Lamela, il pubblico è tutto vostro. Meritatelo.

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