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  • Romamania: ottava meraviglia, ma quanti rimpianti...

    Romamania: ottava meraviglia, ma quanti rimpianti...

    Quanto tempo perso. Poteva davvero essere la stagione della caccia al tricolore per la Roma di James Pallotta e Walter Sabatini. Ma chi indugia raramente viene premiato. L'arrivo di Luciano Spalletti ha trasformato una stagione grigia, che stava scivolando via senza obiettivi. Si è perso troppo tempo nell'aspettare Garcia, che ha rischiato l'esonero in almeno due occasioni - tracollo di Borisov (29 settembre), clamorosa eliminazione con lo Spezia (16 dicembre) - per poi saltare solamente a metà gennaio. Vedere questa Roma e quella Roma fa impressione, l'idea di uno Spalletti al lavoro già durante la sosta natalizia in vista delle partite contro Chievo e Milan è un tarlo che rimarrà a lungo nella testa dei tifosi giallorossi.
    E' vero, nella ripresa di Udine i giallorossi hanno rischiato qualcosa, continuano a concedere praticamente sempre un gol agli avversari (solamente contro Sassuolo e Palermo la Roma ha mantenuto la porta blindata nelle dodici partite di gestione Spalletti) ma finché la media è di quasi tre gol realizzati - ventiquattro nelle otto vittorie consecutive, "solo" venticinque se si estende il calcolo alle prime due giornate contro Verona e Juventus - e la qualità di gioco è quella espressa sin qui, si passa sopra anche a qualche leggerezza difensiva. 
    L'efficienza del pacchetto arretrato è comunque profondamente diversa: si vede una squadra muoversi "da squadra", coprire il campo con tenacia, abnegazione e sagacia tattica. Un piacere per gli occhi. A Udine è tornato sugli scudi anche Edin Dzeko: era tutto pronto per il suo gol, Spalletti lo aveva preannunciato. Il bosniaco si è mosso bene, ha timbrato quando Salah lo ha messo in condizione di battere Karnezis ed ha aiutato la squadra.
    Menzione d'onore anche per Alessandro Florenzi, ben oltre il gioiello del raddoppio: con un meccanismo difensivo più efficace, migliora anche la sicurezza del jolly di Vitinia da terzino destro. A Spalletti anche il merito di aver recuperato il miglior Seydou Keita, che con Garcia stava via via finendo nel dimenticatoio, non soltanto per i problemi fisici.
    All'orizzonte c'è la sfida con l'Inter: una vittoria potrebbe praticamente chiudere la pratica terzo posto, a meno di colpi di coda di una Fiorentina che sembra in fase calante dopo lo straordinario avvio di stagione. La Roma proverà a blindare quello che, a inizio anno, sarebbe stato considerato un semi-fallimento. Quanto tempo perso.

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