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  • Romamania:| Perrotta, il sempregiovane

    Romamania:| Perrotta, il sempregiovane

    La Roma di Sabatini. Di Luis Enrique. Dei giovani. Delle promesse. Di Simone Perrotta. No, quest'ultimo non è un intruso. Perchè all'alba della sua ottava stagione in giallorosso, il campione del mondo è una promessa a modo suo. Che mantiene sempre. E' un 'pischello', come dicono a Roma. La gente lo trascura e lui risponde puntualmente dimostrandosi una garanzia assoluta. Tecnica ed umana.

    L'anno scorso fu con Francesco Totti uno dei pochi a salvarsi in una stagione disgraziata. A caratterizzarlo, la sincerità: 'Le continue notizie riguardo il cambio di società hanno influito sul nostro rendimento'. Così Perrotta, in zona mista, sul finire dello scorso campionato, ha aperto uno squarcio all'interno dello spogliatoio: anche i milionari soffrono, si sentono precari se l'ambiente lavorativo che lo circonda non è granitico. Difficile da credere, ma è così.

    Nelle conferenze stampa, inoltre, non è mai banale. Tredici mesi fa non ha badato a giri di parole per esprimere la propria perplessità sui metodi di allenamento di Ranieri, rivelatisi poi infelici; mentre lo scorso luglio, già durante il primo giorno di ritiro, è riuscito a capire che qualcosa era cambiato: 'Si respira un'aria diversa'. D'altronde è legato a doppio filo con il nuovo tecnico Luis Enrique. La stima è reciproca. Lucho lo considera l'inamovibile a centrocampo, quanto o forse più di De Rossi. Perrotta lo paragona già a Spalletti.

    Simone è il classico giocatore invidiato all'estero, ma che ottiene pochi proseliti in patria. Eppure ha il merito di essersi creato da solo un nuovo ruolo: il trequartista moderno. Non più l'uomo dell'ultimo passaggio, il 10 con le spalle alla porta, ma colui che attacca gli spazi, il maestro nella tecnica d'inserimento, il falso centravanti. Il suo modo di giocare ha fatto scuola, basti pensare oggi a Boateng nel Milan, Montolivo nella Fiorentina o ad Aquilani prima nella Juventus ed ora nel Liverpool. A lui non servono soprannomi, come ad altri suoi esimi colleghi. Lui è Simone Perrotta e basta. Nome e cognome. Acqua e sapone.

    Ricomincia dal campo, come sempre, perchè la panchina gli viene affibbiata soltanto dai 'campetti' estivi dei quotidiani, all'interno della pagina del mercato. E' titolare innanzitutto nella testa. Lotta, ruba palloni, affonda, fa segnare e qualche volta segna. E' il completamento di Totti, il capitano a cui deve buona parte del successo. La Roma riparte da loro, perchè non ne può fare a meno. Sarà la squadra dei giovani, della rivoluzione culturale, eppure a trainare il carro ci sono sempre loro. Vecchi, ma pischelli. Nel fisico, oltre che nell'animo.

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