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  • Romamania: Sabatini voleva 'rubare' Nainggolan, ma sarà fischiato Spalletti

    Romamania: Sabatini voleva 'rubare' Nainggolan, ma sarà fischiato Spalletti

    • Paolo Franci
    Mancini. Mourinho. il primo Spalletti romanista. Quelle fantastiche sfide capaci di rasentare la follia nel risultato. Eppoi le scintille, lo sfottò del portoghese per i "zeru tituli". Il tutto in un estuario pallonaro avvelenato dalle micidiali scorie di Calciopoli. Diciamolo dai: lo scontro - impari per disponibilità economica, con Moratti dominus del calcio milionario - era feroce ma bello. Lì c'era in ballo la supremazia nel calcio italiano, qui il Risorgimento all'ombra della solita Juve. Di sicuro all'Olimpico, aldilà delle possibili dichiarazioni anestetiche, ci sarà da divertirsi per il contorno al duello. 

    DS - Prendete Walter Sabatini. Non che si sia lasciato granché bene con Pallotta. E il fatto che molti giocatori della Roma siano stati masticati nelle faccende di mercato interiste - da Nainggolan a Manolas - certo non depone verso l'affetto e la riconoscenza dell'ex ds, che un paio di sue 'creature' le avrebbe sfilate volentieri a Jimmy Pallotta. Anche vero però che il bostoniano, seguendo il consueto stile che fa poco rima con riconoscenza ed eleganza, non è certo stato tenero con il suo ex dirigente, spiattellando che Sabatini non avrebbe voluto Spalletti a Roma. Vero fino a un certo punto tra l'altro: Sabatini puntava Conte e Spalletti rappresentava l'alternativa. Sabatini ha replicato rinfacciando 120 milioni incassati grazie a lui nell'ultimo bilancio, per poi cedere sul traguardo al tackle da cartellino rosso: "Pallotta è in stato confusionale. E' meglio lasciarlo perdere. Sono parole inutili, buttate li e non richieste da nessuno". Ora, visto il reciproco affetto, chiaro che 'Uolta' (per dirla alla Verdone) Sabatini pagherebbe di tasca sua per sfilare i tre punti al suo ex datore di lavoro. 

    EX CAPITANO - E Spalletti? Lui che si divertiva a litigare con i giornalisti romani un giorno sì e l'altro pure - un noto collega della tv di Stato un giorno mi fa: "La più grande fatica della settimana per Spalletti non è nel preparare la partita, ma la conferenza stampa...". Geniale -. A Milano è partito docile e carino. Simpatico e affettuoso. Storia già vista con il primo Spalletti o con l'incipit dello Spalletti bis, quando il tecnico diceva: "Aiutatemi a creare l'ambiente Roma", spiattellando qua e là il suo amore viscerale per i colori giallorossi. Amore vero, chi lo mette in dubbio, ma con il timer alla fine, giusto? Beh, Spalletti sarà probabilmente fischiato come nessuno mai. O quasi. D'altra parte era già successo all'addio di Totti no? Quando se la prese con un cameraman intimandogli di non inquadrarlo nei tabelloni per non essere fischiato. 

    TOTTI - In molti si sono sentiti traditi, qui a Roma, dopo essere stati affascinati e sedotti dalle straordinarie capacità tecnico-tattiche di Lucio. E allora è chiaro che se Lucio dovesse vincere, godrebbe "come 'n riccio", giusto per citare una famosa uscita di Claudio Ranieri dopo un derby vinto all'Olimpico. Logico che per molti, veder sfilare Spalletti a testa china al novantesimo, rappresenterebbe un gusto particolare. E tra questi ci metto anche Francesco Totti, trattato maluccio dal suo ex allenatore, al punto da innescare una solidarietà miracolosa che varcò addirittura i confini del Raccordo Anulare. Aldilà di odio (calcistico, s'intende) e amore, è chiaro come questi tre punti pesino ben oltre la logica: se Spalletti perde, se ne andrebbe parecchia di quella polverina magica - dai sì quella di Trilly che ti fa volare - che la Milano nerazzurra gli ha sparso sulle ali. Se invece a finire ko sarà Di Francesco, settimana di passione tra radio e social per il tecnico che deve dimostrare di meritarsi la Roma, nonostante le indubbie (almeno per me) qualità. Benvenuti sul pianeta Roma-Inter dunque, il pianeta dei sassolini nelle scarpe.  
     

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