Tra arrivi, partente e ripartenze, la Roma ha una sua certezza. Juan Silveira Dos Santos. Il miracolato da Claudio Ranieri e dal preparatore atletico Capanna. Finalmente, alla sua terza stagione in giallorosso, è riuscito ad eliminare i suoi problemi fisici e dimostrare tutto il suo valore. Coloro che storcevano la bocca, si sono ricreduti. E pensare che l'estate scorsa fu proprio un infortunio (l'ennesimo) a bloccare la cessione di Juan al Real Madrid. L'accordo era già stato raggiunto per 15 milioni, uno stiramento alla coscia durante il match di Confederation Cup tra Italia e Brasile fece saltare l'accordo. La Roma a quel punto ha venduto Aquilani al Liverpool ed a tenuto Juan. Da ottobre in poi ha saltato soltanto un incontro per infortunio (a scopo precauzionale): per il resto, ventinove match disputati in campionato ad altissimo livello, spesso e volentieri al fianco del suo collega Burdisso. Con loro in campo gli avversari girano alla larga. Il Bandito ed il Campione, un argentino ed un brasiliano: e chi l'ha detto che non possono andare d'accordo? Juan in tre anni di Roma ha vinto una Coppa Italia ed una Supercoppa. Ad agosto avrà la possibilità di bissare il successo in quest'ultima competizione. Di fronte ancora l'Inter, lo scontro tra titani degli anni Duemila si ripete all'inizio anche della seconda decina del millennio. Alla sua lista mancano scudetto e Champions League. Adriano suo connazionale e futuro compagno di squadra li ha già prenotati. Julio Sergio in porta, Juan in difesa, Simplicio a centrocampo, Adriano in attacco: la spina dorsale è tutta carioca, la mentalità è quella italiana improntata da Claudio Ranieri. In campo spruzzi di agonismo norvegese, cuore romano e tenacia albiceleste. Tra concretezza e magia. Questa sarà la Roma del futuro.
