Che partita. Certo la Coppa del Centenario del 'Fenway Park' varrà forse un milionesimo della Coppa dei Campioni, ma vedere quelle magliette bianche alzare un trofeo al cielo ha scombussolato i sentimenti di milioni di romanisti alla tv. Ecco, come doveva andare nel 1984, avranno pensato. Altro che rigori. A Boston, la Roma dopo aver sciupato nel primo tempo, ha mollato nella ripresa due sganassoni al Liverpool, grazie al destro di Bradley e alla freddezza di Florenzi. L'esultanza al momento del gol di questo ragazzo è la dimostrazione visiva di quanto una partita contro i Reds non potrà mai essere associata alla parola amichevole.

E' stata partita vera. Da entrambe le parti. Si sono visti litigi, calci, ammonizioni, la voglia dei 'maledetti' di pareggiare dopo aver trovato l'1-2 con Adam. Abbiamo ammirato Burdisso e Heinze nella loro miglior forma fisica ed emotiva, Bradley inseguire tutti gli avversari a centrocampo, Tachtsidis calmo e efficace; Pjanic sempre elegante, Lamela finalmente volitivo. Tocchi di prima, sovrapposizioni. Qualcosa nella Roma sta cambiando. Peccato per l'atteggiamento difensivo. Si rischia troppo: una questione di gioco, non di preparazione.

E' una squadra destinata a subire tanti gol perchè in serie A l'ipertatticismo miete tante vittime. E' un peccato, perché con una strategia più accurata si potrebbe puntare veramente in alto e inseguire sogni di Champions League. D'altra parte Zeman dà, Zeman toglie. E' la legge della vita. Domani si torna a casa. A proposito: vienici a trovare presto Pallotta, futuro presidente giallorosso.