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  • Romano: Gasp, che Niang! Quattro no del Milan alla cessione. E a giugno...

    Romano: Gasp, che Niang! Quattro no del Milan alla cessione. E a giugno...

    Gasp! Mbaye Niang, l'uomo copertina del Genoa, in fondo è un ragazzino. Ne ha già combinate di tutti i colori - la guida senza patente su tutte - ma qualche volta avrà letto fumetti. E proprio quell'onomatopeico Gasp in segno di stupore sarà diventata indubbiamente la sua espressione preferita. Il francesino al Milan sembrava ormai disperso: qualche ciondolante apparizione, poca fiducia, tanti buoni propositi che parevano bruciati. E poi è arrivato lui, Gian Piero Gasperini.

    Lo ha cercato in estate prima che firmasse Iago Falqué, ma da Milanello niente via libera; lo ha preteso in inverno, storia di gennaio, quando la caccia all'attaccante si è aperta e il buon Gasp ha fatto ancora il nome di Niang al presidente Preziosi. Voleva lui, a tutti i costi, con quell'idea di reinventarlo centravanti che gli frullava nella mente: "Com'è possibile che un ragazzo con questa tecnica non abbia ancora mai segnato in Serie A?". Detto, fatto: Gasperini lo accoglie a Pegli sottobraccio dal primo allenamento e lo lancia da numero nove; Mbaye risponde alla grande e trova anche una doppietta, il calcio è strano. Attenzione, richiede continuità. Ma i segnali sono incoraggianti, se non ottimi.

    Proprio il Gasp è stato decisivo per la destinazione Genova nel destino di Niang, ormai intristito dalle panchine in rossonero. E Preziosi è riuscito a strappare il sì di Galliani per un prestito secco senza opzioni di acquisto, affare che oggi il Milan rischia di dover benedire. Perché il francese non sembra più un brutto anatroccolo, eppure a gennaio poteva essere svenduto da tale: lo avevano chiesto in Germania sia Amburgo che Mainz, un tentativo lo avevano fatto anche Standard Liegi e Besiktas. Prestito con diritto di riscatto tutt'altro che alto. Ma il Milan non ha voluto svendere Niang, prestato al Grifone che lo sta facendo migliorare, eccome.

    E a giugno? La promessa fatta a Mbaye e al suo agente è di riparlarne in piena primavera, quando ci si orienterà sulla panchina rossonera del prossimo anno e si capirà se davvero Niang potrà essere protagonista al Milan. Dovrà dimostrare continuità e prontezza, non basteranno tre buone partite a garantirgli uno slot; ma la partenza sicura di Giampaolo Pazzini a parametro zero, la duttilità tattica in moduli offensivi dimostrata con Gasperini da Niang e la crescita in zona gol ne fanno sicuramente un giocatore rivalutabile. Anche perché giovane e tutt'altro che inadeguato in un Milan che fatica a trovare qualcuno che valga davvero. Gasp, chi l'avrebbe mai detto: magari ci sarà Niang...


    Fabrizio Romano

     

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