Calciomercato.com

  • Rooney torna all'Everton: occhio alle minestre riscaldate. Tutti i flop del passato
Rooney torna all'Everton: occhio alle minestre riscaldate. Tutti i flop del passato

Rooney torna all'Everton: occhio alle minestre riscaldate. Tutti i flop del passato

  • Alessandro Creta
In un calcio sempre più orfano di bandiere il ritorno di Rooney all’Everton ha rispolverato un aspetto, il romanticismo, che nel mondo pallonaro odierno (dominato più da logiche economiche che affettive) è caduto nell’oblio. “Once a blue always a blue” questo il motto dell’ormai ex capitano dello United , a sostegno del suo legame con la maglia ed i tifosi dei Toffies. Non ha mai rinnegato il suo tifo per la squadra di Liverpool Wayne Rooney, per “gli altri” della sponda blue della Merseyside. Anche con la maglia dei Red Devils Rooney, contro gli odiati rivali del Liverpool, non si è mai risparmiato, quasi come se sotto la casacca dello United avesse ancora la maglia dei Toffies.

QUALE ROONEY? - Ora tornerà a giocare contro i Reds e lo farà nel sentitissimo derby di Liverpool, in una stracittadina in cui Wazza ha già lasciato il segno prima dell’addio all’Everton 13 anni fa. Se ne era andato da ragazzo prodigio, vi fa ritorno da uomo, campione affermato ma ancora affamato; spinto dalla voglia di tornar a far cantare a Goodison Park il suo nome. 
Una storia certamente romantica quella di Rooney, significativa sul piano umano ma con qualche incognita su quello sportivo e professionale. Che Rooney sarà quello che ha fatto ritorno nella Liverpool colorata di blue? Riuscirà a confermarsi ad alti livelli nonostante due stagioni, quelle passate, in cui si è alternato tra il campo e la panchina? Quella di Rooney è solo l’ultima storia di ritorni romantici che hanno caratterizzato la storia del calcio. Attenzione però perché molti di questi non hanno avuto i risultati (sportivi, si intende) auspicati. Molti giocatori, di ritorno nelle squadre che li avevano resi grandi, non hanno reso secondo le aspettative e hanno finito con un mesto quanto anonimo secondo addio.

GLI ALTRI CASI-  Scomodiamo perfino D10s, Diego Armando Maradona che, dopo l’addio al Boca nel 1982, fa ritorno alla Bombonera a fine carriera nel 1995. Era sicuramente un Maradona diverso, che al calcio aveva ormai dato tutto; era un Diego che torna per due anni nella sua squadra del cuore ma lo fa con molti chili in più e molta poca voglia di giocare. Sorte analoga per Carlos Tevez, l’Apache torna nell’estate 2015 in maglia gialloblu ma non saranno poche le difficoltà che incontrerà nella seconda avventura al Boca. Appena un anno e mezzo alla Bombonera prima di optare per i milioni offerti dal campionato cinese.
Il Milan negli ultimi anni è rimasto piuttosto scottato dai suoi “ritorni di fiamma”, i vari Shevckenko, Kaka e Balotelli nella loro seconda avventura rossonera non sono riusciti nemmeno lontanamente a bissare (o almeno avvicinarsi) a quanto fatto durante la militanza precedente. L’attaccante ucraino tornò nel 2008 per una stagione dopo 2 anni al Chelsea: non era più lo stesso Sheva, quello dei 175 gol in 304 presenze. Furono appena 18 le partite, una sola rete. Sorte simile toccò a Kakà che dopo 4 anni di Real Madrid tornò a Milano nel 2013. La forma ed il passo non erano più quelli di una volta però, i problemi fisici avevano condizionato per almeno 2 stagioni la forma del 22. La seconda vita di Kakà al Milan fu caratterizzata comunque da 7 reti in 30 gare. Sorte analoga per Balotelli, 26 reti in 43 gare nella prima avventura rossonera, 1 in 20 nella seconda. Anche la Juventus è rimasta “scottata” da un ritorno accompagnato da molte aspettative ma che non si rivelò col senno di poi un grande affare. 3 anni dopo il trasferimento al Real nel 2006 Cannavaro decise di rivestire la maglia bianconera ma le sue prestazioni furono ben lontane da quelle che riservò a Torino nei 2 anni prima della vittoria nel Mondiale. In Inghilterra fece notizia nel 2006 il ritorno di Robbie Flower al Liverpool. Dopo l’addio nel 2001 per incomprensioni con Houllier e la concomitante esplosione di Owen. Robbie “God” Flower tornò nella sua città (120 reti in 236 partite) ma non riuscì a confermarsi per più di una stagione. 8 reti in 30 gare, poi il nuovo addio. Rimanendo in Inghilterra il ritorno all’Arsenal di Henry fu più una mossa di immagine e marketing piuttosto che sportiva. Titì tornò a Londra nel 2012 ormai a fine carriera, giusto il tempo per siglare il suo unico gol al debutto contro il Leeds in Fa Cup prima di lasciare pochi mesi dopo, con appena 4 gare disputate.
Sono solo alcuni dei casi di ritorni deludenti che hanno caratterizzato la storia del calcio. Storie di giocatori che tornano alla “casa madre” nel finale della loro carriera, convinti o speranzosi di trovare motivazioni ulteriori capaci di dare le ultime spinte alle proprie gambe.  Il ritorno di Rooney ha infiammato il cuore dei Toffies, ora sta all’ex ragazzo di Liverpool riuscire a tradurre in gol e prestazioni tutte le attese attorno al suo rientro a Goodison Park.


 

Altre Notizie