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  • Rottura Coni-Lotito:| Accordo saltato per i biglietti
Rottura Coni-Lotito:| Accordo saltato per i biglietti

Rottura Coni-Lotito:| Accordo saltato per i biglietti

«La trattativa con il Coni per l'affitto dello stadio Olimpico è fallita per la solita questione dei biglietti da concedere loro». È questa la posizione della Lazio dopo il mancato accordo per l'affitto dell'impianto romano. «E poi parlano di etica...» aggiunge il legale del club, Gentile.

 La società biancoceleste ha anche reso noto il testo di una lettera che ha inviato al Coni oggi, in risposta alla proposta dell'Ente che governa lo sport italiano. «Le nostre osservazioni - scrive nel testo la Lazio - traggono spunto dall'analisi delle condizioni di mercato in materia di impianti sportivi: il nostro rapporto ha ad oggetto l'unico impianto sportivo esistente a Roma autorizzato ad ospitare competizioni nazionali ed internazionali, e il fatto che non ve ne siano altri disponibili pone la vostra società in 'posizione dominantè, con il conseguente obbligo del rispetto dei diritti del mercato. Inoltre Coni Servizi è il braccio operativo di una pubblica amministrazione e in quanto tale soggiace all'obbligo di rispettare il mercato e di evitare posizioni in conflitto con la legislazione antitrust». Nella lettera viene portato a esempio lo stadio di Milano che «è a disposizione dei due club (Milan e Inter) per l'intero anno, mentre l'Olimpico viene messo a nostra disposizione solo dalla giornata dell'incontro e fino alle ore 10 del giorno successivo. Le spese di manutenzione straordinaria a Milano sono sostenute dalla proprietà o direttamente o mediante conguaglio sul canone di uso, mentre la vostra proposta le pone a carico dell'utenza». Quanto ai servizi ristoro a Milano «sono gestiti dai club», a Roma «dalla vostra società». Poi il nodo cruciale dei biglietti: la Lazio premette che «l'attuale situazione del Paese porta ad abolire tutti i privilegi di cui godono alcuni soggetti rispetto ad altri». «La politica governativa - prosegue il club nella lettera - è nel senso del recupero delle entrate laddove sia possibile privatizzare servizi e prestazioni, ponendo a carico dei destinatari oneri economici per incrementare i ricavi e le entrate pubbliche». E qui la proposta del club: «Vi proponiamo di porre in vendita i posti della tribuna autorità Coni (122 posti) che avete in programma di realizzare e di dividere il ricavato tra le nostre società. I residui tagliandi richiesti per ospiti (100 tribuna d'onore, 100 Monte Mario, 30 distinti e 200 di servizio) sono a vostra disposizione. Per non appesantire la trattativa accettiamo di subire la determinazione del canone d'uso richiesto (2.880.000 euro per 10 mesi a cui vanno aggiunti Iva e adeguamento Istat) anche se non lo riteniamo conforme a quelli di mercato». All'osservazione che la Roma ha invece accettato la proposta, la Lazio replica scrivendo che «è irrilevante e si inserisce nelle singole politiche societarie che si rivelano, poi, più o meno sagge e conformi a diritto al momento in cui vengono approvati i bilanci: l'esame dei documenti contabili delle due società non necessita di ulteriori considerazioni». «Nel dichiararci disposti a sederci al tavolo delle trattative - conclude la lettera del club - vi invitiamo a rilasciare entro oggi la dichiarazione di disponibilità dello stadio a nostro favore al fine di evitare che la tifoseria laziale, nell'auspicata partecipazione alla Champions o altra competizione europea debba essere costretta a recarsi in altra città per sostenere la propria squadra».

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