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  • Russia e Qatar:| Il calcio passa al bancomat

    Russia e Qatar:| Il calcio passa al bancomat

    Il calcio passa al Bancomat. Petrolio e fonti di energia, denaro facile e in abbondanza da metter in cassa. Non si può interpretare in altro modo la scelta di assegnare i Mondiali 2018 e 2022 a Russia e Qatar, scatolone di sabbia in cui affondare stadi talmente strampalati da sembrare inutilizzabili già prima che li abbiano costruiti.

    E’ la vittoria di Sepp Blatter, il padrone del calcio mondiale, che scimmiottando ciò che ha fatto Bernie Ecclestone, il boss della Formula 1, va a cercare quelli che lui definisce i nuovi mercati e noi altri serbatoi di voti e di soldi per accrescere il proprio potere e magari il conto in banca. Che la più grande rassegna del football finisca ai margini dello sport che dirige, a Blatter sembra del tutto secondario: formalmente il voto è la libera espressione dei delegati riuniti a Zurigo, in realtà le scelte le indirizza lui, dando le direttive a gente che gli deve dei favori o che ne attende, quando non si è fatta comprare, come è emerso dalle inchieste dei giornali inglesi nelle settimane scorse.

    Lo scandalo è il Qatar. Come si possa definire «nuova frontiera del calcio» un posto grande come la Basilicata e con 1 milione e 700 mila abitanti, metà dei quali vivono nell’unica città apparente, Doha, è una bizzarria che Blatter dovrebbe spiegare. E’ come portare un tartufo da McDonald’s per affettarlo su un hamburger con il ketchup. Una scemenza. A meno che non sia pagata benissimo e la si illustri per quella che è: il modo trovato dalla Fifa per guadagnare molto più che da qualsiasi altro possibile organizzatore, Stati Uniti compresi.

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