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  • Sabatini: E ogni anno Conte se ne va...

    Sabatini: E ogni anno Conte se ne va...

    Sarà per qualche congiunzione astrale o per il cambio di stagione che puntualmente lo scombussola, ma ogni anno (sempre di questi tempi) Antonio Conte medita trattino minaccia trattino presenta le dimissioni. Il "trattino" è questo: - . Si può tranquillamente confondere con un meno. Perchè valore e capacità dell'allenatore Conte non si discutono. Ma sono ormai indiscutibili anche i segno "meno" su chi si tormenta con le dimissioni. E lo fa - più o meno - tutti i giorni, tutti i mesi e tutti gli anni.
    Stavolta sono stati il Corriere della Sera e la rosea Gazzetta ad esaltare il mugugno dell'azzurro ct (ancora per quanto?). In sintesi, i suoi avvocati fanno trapelare che se la Procura di Cremona non si sbriga con quella storiaccia delle scommesse, si dimetterà dalla Nazionale. In questo modo, Antonio Conte pone sullo stesso piano sport e giustizia. E fa un po' confusione. Si comprende, e si può anche condividere, l'amarezza per una condanna sportiva sempre ritenuta ingiusta (10 mesi in primo e secondo grado, 3 mesi e 20 giorni al Tnas). Non si comprende, nè si può condividere, la pressione sulla magistratura per tempi personalizzati. Il rito abbreviato è un suo diritto. Invece il messaggio "sbrigatevi perchè sennò lascio l'Italia", assolutamente no.
    Che piaccia o meno, la legge è uguale per tutti. Ed esiste solo un caso, proprio nella storia della nazionale, di calciatore "sconvocato" prima di esser stato perfino indagato: si chiama Mimmo Criscito e, alla luce di quanto appurato successivamente, nessuno gli ha più restituito la partecipazione all'Europeo 2012. Tantomeno gli sono state offerte scuse ufficiali.
    Quell'episodio deve servire per non ripetere mai più certi errori. Ma anche per garantire, in futuro, lo stesso trattamento per tutti. Che poi è il principio fondamentale di qualsiasi legge, in qualsiasi Paese democratico.
    E' superfluo ricordare quanto lo sport italiano sappia trarre benefici da situazioni che compattano uomini che si sentono toccati da ingiustizie. In questo senso, il Mondiale 2006 vale come esempio chiarissimo. E bellissimo.
    Si può giocar bene e vincere anche da ergastolani, figuriamoci da persone libere che devono "soltanto" attendere una serena assoluzione da un qualsiasi processo. Tutto questo a Conte l'avranno sicuramente spiegato i bravi avvocati che la Federcalcio gli ha messo a disposizione.
    Semmai il turbamento doveva venire alla stessa FIGC un anno fa, al momento dell'ingaggio. Perchè il ct della Nazionale è un ex condannato in via definitiva a livello sportivo: e non c'è nulla di male, ma basta saperlo. L'Italia del 1982 vinse il Mondiale grazie ai gol di Paolo Rossi, che aveva subito una squalifica ben più dura. Ma quando "Pablito" giocava, e segnava, non pensava ai processi della giustizia ordinaria, che pure doveva ancora completare il proprio inesorabile percorso.
    Quel che oggi hanno riportato Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, con abituale correttezza, è una visione di parte. La parte di Antonio Conte. Che umanamente va capito e condiviso: non è bello, anzi perfino umiliante, assecondare i tempi di un procedimento giuridico, aspettando un'assoluzione ma vivendo tutti i giorni da personaggio "più famoso" e quindi più esposto mediaticamente.
    C'è quindi da essere severi ma anche solidali, con la vicenda umana di Antonio Conte. Ma solo a un patto: che il suo giustificato e comprensibile malessere non sparisca in caso di altra panchina. Perchè altrimenti, farebbe bene a dirlo chiaramente: un Europeo da 100 euro non si può vincere con un'Italia da 10 euro. Ops...

    Sandro Sabatini
    Twitter: @Sabatini - Facebook: SandroSabatiniOfficial

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