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  • Samp, decadenza Ferrero: 'Devo capire chi sono i mandanti'

    Samp, decadenza Ferrero: 'Devo capire chi sono i mandanti'

    • Lorenzo Montaldo
    Un attacco vero e proprio, indirizzato non soltanto a Massimo Ferrero ma anche alla Sampdoria. Non può dirlo chiaro e tondo, il presidente blucerchiato, i suoi legali gli hanno imposto il silenzio, ma tra spizzichi e bocconi di frase si capisce che questa è la sensazione del patron a distanza di un giorno dalla pubblicazione di quella nota della Figc che impone il decadimento dalla presidenza del Doria per via della cosiddetta 'onorabilità'.

    "Perchè io non ho santi in paradiso e dico sempre quello che penso", sembra abbia detto a Il Secolo XIX. Che ha provato a ricostruire la versione del numero uno di Corte Lambruschini relativamente alla vicenda dell'onorabilità. Secondo il quotidiano, in realtà Ferrero non sarebbe spaventato dall'idea di perdere la presidenza: potrebbe mantenerla di fatto, affidando la carica vera e propria alla figlia Vanessa o all'avvocato Romei. 

    Il desiderio di Ferrero sarebbe invece di scoprire i 'mandanti' di quella che percepisce come una vera e propria imboscata. E tra i sospetti mette anche gli 8 rigori negati alla Samp in questo campionato. La sua idea sembrerebbe essere quella che il cosidetto 'Palazzo' voglia punirlo per la battaglia relativa ai diritti tv, portata avanti senza freni dialettici (e questo non sorprende particolarmente). Addirittura, il numero uno blucerchiato avrebbe definito 'rapina' la ripartizione che assegna 38 milioni alla Samp e 80-90 ai top club, proponendo di applicare il sistema inglese anche alla Serie A. "Non a caso in Inghilterra sta vincendo il campionato il Leicester che può essere la Sampdoria inglese,è possibile perché lassù la torta la dividono in modo giusto, non come da noi".

    Per approfondire la questione, ieri mattina Ferrero avrebbe alzato la cornetta e contattato direttamente Carlo Tavecchio, per lamentarsi della vicenda. L'imprenditore romano non ha voluto rivelare il contenuto della chiamata, trincerandosi dietro ad un "Parlerò quando sarà il momento e allora rideremo". Insomma, non soltanto una battaglia legale, ma anche uno scontro di potere. Questa la versione di Ferrero, in attesa dei prossimi colpi di scena. Che di sicuro non mancheranno.

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