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  • Samp, Garrone:| 'Poli e Pazzini non li vendo'
Samp, Garrone:| 'Poli e Pazzini non li vendo'

Samp, Garrone:| 'Poli e Pazzini non li vendo'


Negli ultimi giorni tante voci hanno coinvolto la Sampdoria. Riccardo Garrone ieri a Moena ha fatto il punto della situazione, a due settimane dal playoff di Champions League. « Ho trovato a Moena l'affetto e il sostegno alla squadra di sempre. Se non di più. Però qui ci sono grandi attese. La battuta più frequente che mi viene fatta, da chi evidentemente mantiene la memoria, il ricordo e il sogno, è "presidente ci vediamo a Wembley". E io dico "No caro, non sono più i tempi in cui noi possiamo andare in finale a Wembley"».

Dove si va, presidente?

«Abbiamo una stagione davanti, complessa, complicata, con tante variabili in gioco che non possiamo predeterminare. Ad esempio il superamento o meno del playoff di Coppa dei Campioni. Se fossimo arrivati quinti, cioè Europa League, avremmo deciso per una squadra più leggera, per un impegno meno importante. La squadra che c'è adesso è il massimo che possiamo fare, salvo alcuni ritocchi, per giocarci l'ingresso in Champions. Abbiamo la squadra dell'anno scorso più quattro giovani: Volta, Rossini, Koman e Marilungo. Qualcuno dice, c'erano già. E allora? Non costano? Non paghiamo gli ingaggi? Io sono sereno e tranquillo. Vedremo il sorteggio venerdì».

La Samp di oggi sarà quella del playoff, quindi?

«So che una delle battute dei tifosi è "chi non ama non compra". Eppure, abbiamo pagato 5 milioni all'Empoli, più il prestito di Soriano per riscattare Pozzi. Ma sembra che questo non conti, perché Pozzi c'era già. Non è un modo di dire, ma in questa campagna acquisti noi abbiamo speso per "ricomprare" Palombo, Pazzini e Cassano. Questo è il nostro investimento. Tenerli è stato come ricomprarli. I soldi degli ingaggi cosa sono? Noccioline? Fagioli? E voi sapete quanto i loro ingaggi incidano sulla parte passiva del bilancio, in un momento estremamente difficile per tutti. La famiglia Sensi ha dovuto cedere la Roma per pagare i debiti. Un grande industriale come Gazzoni Frascara è fallito per quello che ha speso nel calcio. Nel calcio bisogna fare i conti della serva».

Dicono che la Sampdoria non spende.

«Ricordo a tutti che la Sampdoria non è un oggetto del dottor Garrone ma è una proprietà di 14 azionisti della holding di famiglia che possiede il controllo della Erg. I 140 milioni di euro investiti nell'operazione Sampdoria in otto anni sono praticamente gli utili dati dalla Erg attraverso la holding San Quirico. Sono cioè utili che non arrivano agli azionisti, a persone fisiche che hanno fatto grandi sacrifici. E tutti ricordate che la Samp non fu un'operazione di libera scelta, ma una scelta morale. È bene che i giovani, i bambini se lo mettano in testa. La Erg ha avuto nel 2008 un bilancio modesto e nel 2009 una perdita di 80 milioni di euro. E dunque le entrate della San Quirico non le consentono assolutamente gli investimenti fatti negli anni scorsi. La copertura in un modo o nell'altro dei 16 milioni di passivo del bilancio Samp 2009 non è fatta dal signor Brambilla da Milano, ma dagli azionisti della san Quirico. Il direttore generale Gasparin si sta muovendo benissimo all'interno di una gabbia molto stretta in termini di somma globale degli ingaggi e acquisti. I nostri bilanci sono veritieri, trasparenti, assoluti, ogni euro speso è contabilizzato».

Si era parlato di due fasi della campagna acquisti. Una prima e una dopo il playoff.

«Avevo detto che in sette giorni si possono fare forse piccoli aggiustamenti, sia out che in. Se uno vuole Pazzini, per parlare chiaro, non può certo aspettare gli ultimi sette giorni, se passiamo o no il playoff. Ma di questo parleremo dopo il 25 agosto. Siamo sulla porta della Champions, non possiamo mica impegnarci a spendere di più, acquistando, aumentando ingaggi a qualcuno se non ci siamo dentro. Dopo si vedrà, d'accordo la campagna si è chiusa ma dopo tre mesi c'è quella di gennaio. Dove sono i soldi della Champions se non ci andiamo? Se uno è sicuro che ci andremo, mi firmi una fideiussione».

Sente del disfattismo attorno alla Samp?

«Se lo autocreano il disfattismo. Che cosa si aspettavano? Anche l'Inter sta cominciando a vendere. Penso che qualcuno alimenti il gruppo dei delusi. Anch'io potrei essere deluso, per me sopportare questa impresa è stata una immensa fatica. Ho sempre dato una grande importanza alla tifoseria, io faccio tutto per la tifoseria, altrimenti per cosa lo farei? Per andare in tv per le vecchiette? Io sono un presidente presente, esecutivo, che rispetta le regole, altri invece fanno casini salvo poi spendere soldi come acqua fresca. L'equivoco nasce anche da problemi ambientali. Perché da una parte spendi e spandi, dall'altra "Garrone ha il braccino corto", l'ho sentita mille volte. Benissimo, allora venite voi, il capitale è aperto; non parlo della Sud, ma di altre componenti, tribuna d'onore e inferiore. Vengano a darmi una mano, minimo un milione di euro a testa perché per meno non do certo il capitale della Sampdoria per avere rompiballe in assemblea».

Si dice che qualche giocatore abbia chiesto un aumento.

«Il rapporto contrattuale dà un impegno reciproco di rispetto del contratto e come avviene in tutti le imprese è la società che stabilisce un aumento dopo che ha valutato il valore del giocatore, del dipendente. Se un dirigente della Erg fosse venuto a dirmi "io sono bravo mi dia un aumento" avrei fatto finta di non sentire. Se me lo avesse ripetuto, gli avrei indicato la porta».

Se arrivassero delle offerte irrinunciabili per qualcuno?
«Non vediamo sul mercato cose che ci possano interessare per i pezzi forti che abbiamo».

Hanno scritto che starebbe subendo ammorbidimenti da alcuni personaggi influenti per vendere Pazzini alla Juventus.

«Hanno anche scritto che vendiamo Poli. Fantasie. Io sono un uomo libero che risponde di se stesso. L'ultima società a cui darei Pazzini è la Juventus e l'ho detto anche alla sua proprietà».

Presidente, non si sta mica disamorando?
«No. Io metto questa passione, questa mia volontà di creare delle condizioni migliori sotto l'aspetto delle regole; questo mi aiuta a non disamorarmi. Altrimenti mi ritirerei»
 


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