Calciomercato.com

  • Samp, i ricordi di Cristin: 'Quel calcio era più umano, domenica tifo Doria'

    Samp, i ricordi di Cristin: 'Quel calcio era più umano, domenica tifo Doria'

    • Lorenzo Montaldo
    Ermanno Cristin è uno di quei simboli nostalgici del calcio che ai tifosi della Sampdoria piace tanto ricordare. Friulano di nascita, blucerchiato di adozione, 'Bisontino' a Genova ha scritto le pagine più importanti della sua carriera.

    Oggi, a oltre quarant'anni dalla sua ultima partita al Ferraris, Cristin tifa ancora Samp: anche se gioca contro la sua Udinese: "Il calcio lo seguo sempre, quasi tutte le domeniche vado in un club qui vicino a vedere l'Udinese. Ma domenica tengo per la Sampdoria, quegli anni non li dimentico".

    Una Sampdoria che stenta, ma cosa manca a questa squadra? "Buttarla dentro. Non hanno un finalizzatore, serve qualcuno che faccia gol, tipo uno che conosco bene, che giocava tanti anni fa... Uno che in area di rigore si faceva rispettare" ricorda Cristin a Il Secolo XIX. "In effetti pensandoci nemmeno io facevo tanti gol, però aprivo la difesa, ne approfittavano gli altri. Lodetti, Suarez, Francesconi, Salvi. Non eravamo mica male".

    "Si rischiava molto, anche perché retrocedevano tre squadre su sedici, era dura, però siamo andati giù una volta soltanto e poi facemmo un campionato di B strepitoso -continua l'ex attaccante- Il gioco era diverso, tutta un'altra cosa. Adesso guardo questi attaccanti che fanno un sacco di gol. Ma mi scappa sempre un 'Dio bono, non li marca nessuno!'. Se io giocassi ora mi farei tirare la palla oltre la difesa e sarei sempre davanti alla porta. Poi magari sbaglio... Invece se per caso superavo Morini o Guarneri, che mi stavano attaccati al sedere per tutto il tempo della partita, poi c'era pure il libero. Erano delle battaglie. Me ne facevano di tutti i colori ma anche loro con me non passavano delle belle domeniche".

    Storie di un'altra era, che forse ai tifosi non dispiacerebbe rivivere: "Era un calcio diverso, secondo me c'è nostalgia di una cosa più umana" conferma Cristin. "Adesso forse i giocatori sono più distanti, prendono troppi soldi, sono esagerati. E' tutto esagerato, se uno come Higuain fa una sceneggiata del genere. Noi all'arbitro parlavamo con le mani dietro alla schiena.

    Io non ho mai discusso con un presidente per il contratto. Non c'era procuratore, era il contrario di quello che si fa adesso. Io chiedevo al presidente quanto mi poteva dare ed ero contento di quello che mi dava. Quando sono arrivato a Genova mi hanno sistemato in una pensione in via Fieschi. Prendevo 20 mila lire al mese. Erano due biglietti enormi da diecimila. Li andavo a prendere in sede, in via XX Settembre, li piegavo finchè non diventavano grandi come una figurina, li nascondevo sotto le scarpe per paura che me li rubassero"

    Altre Notizie