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  • Sampdoria:| 18 anni fa moriva Mantovani

    Sampdoria:| 18 anni fa moriva Mantovani

    Il 14 ottobre 1993 moriva Paolo Mantovani. È stato il più grande presidente della storia della Samp, l’uomo dei primi trofei nazionali e internazionali, l’uomo dello scudetto. Per vincere partendo dalla provincia diede vita a un piano ambizioso da subito ma allo stesso tempo a lungo termine. Prese la Sampdoria in serie B, la portò in serie A, si assicurò i migliori giovani talenti dell’epoca a partire da Vialli e Mancini strappandoli alle grandi, pescò campioni all’estero attingendo a piene mani alle proprie risorse.

    Sotto la sua guida la Sampdoria ebbe una crescita continua fino al momento più alto, la finale di Coppa Campioni a Wembley contro il Barcellona. I colori blucerchiati in cima all’Europa, caduti soltanto ai tempi supplementari per un gol su punizione.

    Eppure non bastano questi risultati stratosferici per una provinciale come la Samp, che fino ad allora aveva un quarto posto come miglior risultato, a spiegare il vuoto lasciato da Paolo Mantovani nella tifoseria blucerchiata e nel mondo del calcio. Mantovani scelse non solo di rivaleggiare con la Juventus degli Agnelli, il Milan di Berlusconi, l’Inter di Pellegrini, il Napoli di Ferlaino, squadre farcite dei più grandi campioni di tutto il mondo, che a pensare alla serie A di oggi viene tristezza: Mantovani scelse anche di farlo con stile.

    Roba che non si era mai vista dalle parti del pallone, altro che tanto decantato modello Juventus. Codici di comportamento non scritti venivano rispettati da giocatori, tesserati e tifosi. Quando qualcuno trasgrediva, scattavano squalifiche mai irrimediabili, sempre caratterizzate dall’ironia. E allora Boskov bacchettato se paragonava il genoano Perdomo al proprio cane, i tifosi ripresi se invadevano il campo («le capre brucano l’erba») persino i giornalisti estromessi da Bogliasco ma poi reintegrati.

    In diciotto anni un neonato si fa maggiorenne, ma il ricordo di Paolo Mantovani a Genova e non soltanto è vivo come allora. E i figli di Paolo, Francesca, Ludovica e Enrico sono, proprio come allora, ancora legati alla Sampdoria.

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