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  • Samp, Rossi: 'Se non vinci metti in discussione il lavoro' VIDEO

    Samp, Rossi: 'Se non vinci metti in discussione il lavoro' VIDEO

    «Se tu da tanto tempo non vinci metti in discussione l'unica cosa che conta: il lavoro. Noi possiamo migliorare solo lavorando, non ci sono sedute spiritiche né parole o discorsi che tengano. Nel momento in cui lavori però devi ottenere dei risultati, sennò ti incupisci. E per questo bisogna dare un seguito a quanto fatto a Livorno». Chiede continuità ai suoi ragazzi Delio Rossi, a poco più di ventiquattro ore dalla sfida casalinga contro l'Atalanta, e lo fa di fronte alle penne della stampa, sottolineando l'importanza del fattore Marassi, che sinora ha però fatto cilecca. «Ognuno deve essere padrone in casa propria - ruggisce l'allenatore romagnolo -. Una vittoria di fronte al nostro pubblico ci manca. L'ho sempre pensato e domani dovremo farlo: bisogna passare dalle parole ai fatti». 


    Non manca molto alla sfida contro la formazione di Colantuono, ha già tutto chiaro in testa o conserva qualche dubbio?
    «Qualche dubbio c'è sempre: qualcheduno sta peggio, qualcheduno sta meglio, per cui gli interrogativi rimangono».

    Cosa può significare una vittoria per il vostro campionato?
    «Noi, con quelle del nostro campionato, eccezion fatta per una partita, ce la siamo sempre giocata. Dobbiamo solo prender fiducia, migliorare e dare un seguito alle prestazioni». 

    In che condizioni è dunque la sua Samp? Si può dire guarita o crede sia ancora convalescente?
    «Noi abbiamo cambiato il nostro sistema di gioco da quindici giorni e dobbiamo metabolizzarlo. Un mio giocatore diceva: "Chi parla prima, caga la farina". E io non voglio parlare prima. Io li vedo lavorare ogni giorno e ho grande fiducia in loro».

    A Livorno e pure con il Torino si è vista una squadra più offensiva, più aggressiva. Concorda?
    «L'atteggiamento non dipende dal sistema di gioco, onestamente credo proprio che dipenda da come questo viene interpretato. La Roma stessa gioca con una punta, un trequartista come Totti. Per questo sono importanti i risultati: ti scrolli di dosso le paure e puoi interpretare il tutto in maniera migliore».

    L'Atalanta arriva a Genova dopo tre vittorie consecutive, non sarà un avversario comodo...
    «Domani l'Atalanta ha tutto da guadagnare e nulla da perdere. È una squadra di categoria, con interpreti esperti, per cui sarà tutt'altro che facile come gara».

    Lei ha detto che dopo dieci o undici partite avrebbe tirato le prima somme. A che punto siamo?
    «All'ottava giornata: tra due faremo un bilancio. Anche se credo che faremo il campionato che mi aspettavo, cioè quello di lottare insieme ad altre dieci squadre per salvarci». 

    A Livorno la mossa a sorpresa è stata l'impiego di Bjarnasson come trequartista, come ha visto il giocatore?
    «Di Bjarnason ho già parlato: può interpretare quel ruolo, con le sue caratteristiche. Non gioca né da Messi né da Pastore, chiaramente, ma può essere di grande aiuto. Ad esempio, copre più campo rispetto a Sansone, che, contrariamente, gioca da punta aggiunta in quella posizione».

    E Gabbiadini come sta? Non segna da più di un mese.
    «Con i ragazzi si vive di alti e bassi. Sotto questo punto di vista bisogna dargli fiducia quando sono sul basso. Un giocatore esperto fa leva sull'orgoglio e su ciò che ha fatto, mentre con i giovani bisogna dare delle pacche sulle spalle e guardare avanti. Gabbiadini si rivelerà il giocatore che tutti conosciamo».

    La squadra ha dimostrato carattere andando ad acciuffare il risultato all'ultimo. Il gol di Siligardi avrebbe ammazzato molti.
    «Li ho visti lavorare, i miei ragazzi, forse non siamo stati scintillanti ma sinora non ci ha messo sotto nessuno. E d'altro canto anche a noi è successo lo stesso: non siamo stati in grado di imporci completamente. Ma questo risultato la dice lunga sul carattere della squadra, perché una volta può essere un caso, ma quando si guadagnano diversi punti nel finale un motivo c'è».

    Squadra che vince non si cambia?
    «Potrebbe essere. Anche se non credo che debba essere una regola ferrea, perché nelle occasioni in cui abbiamo perso allora avrei dovuto rivoltare la formazione, e invece, il più delle volte, ho mantenuto gli stessi».

    Verranno effettuate scelte in base al turno infrasettimanale di mercoledì?
    «In campo andranno i migliori undici, pensando a questa partita e non a quella di Verona».

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