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  • Sampmania:| A testa alta, ma…

    Sampmania:| A testa alta, ma…

    • Matteo Oneto

    Dal sogno all'incubo in due minuti. Per la Sampdoria non ci poteva essere risveglio peggiore. La delusione è tanta oggi come ieri sera; la sensazione predominante tra il popolo blucerchiato è quella di aver mancato un'occasione che difficilmente ricapiterà. A consolare rimane il modo in cui la squadra ha saputo affrontare il Werder Brema, non proprio gli ultimi arrivati, la grinta con cui a Brema ha trovato il gol speranza, il cuore gettato oltre l'ostacolo che ha permesso a tutti di sognare l'impresa. Anche chi ieri sulle gradinate piangeva avrà sicuramente pensato a quanto questa squadra ha lottato per uscire a testa alta dall'elite del calcio europeo.


    E' arrivato il momento di ringraziare tutti coloro che hanno permesso di sentire quella magica musica a Marassi. Partendo dal presidente Garrone, continuando con Marotta e Del Neri, a cui sarà sicuramente dispiaciuto vedere la propria creazione beffata al 92', finendo con Di Carlo e i suoi giocatori a cui davvero non si può dire niente. Il tecnico ha dimostrato il suo valore mettendo in campo la sua Samp, quella con il rombo a centrocampo, con la voglia matta di andare ad aggredire per poi fare male agli avversari.

    Il 'grazie' più grande va ai giocatori: da Palombo, capitano instancabile a cui la delusione brucerà per molto tempo, a Pazzini, legato a questi colori e non mercenario come altri. Grazie a Cassano, massacrato dalla critica all'andata e 'snobbato' al ritorno nonostante un gol e un assist. Antonio, a molti non stai simpatico, forse perché invece di incantare San Siro fai sognare Marassi: il popolo blucerchiato uno come te lo porterà sempre nel cuore. Congratulazioni a Gastaldello, ora come ora uno dei più forti difensori italiani, e a Massimo Volta che gioca in Champions come in serie B senza farsi schiacciare dalla pressione: il futuro è tuo. Grazie a tutti per aver fatto capire a quella generazione di tifosi che non ha vissuto Wembley cosa vuol dire girare per l'Europa a testa alta.

    Nessun colpevole per l'uscita dalla Champions, ma una riflessione sugli errori commessi è d'obbligo: giustissimo confermare il gruppo che questa competizione l'ha conquistata sul campo, sforzo davvero importante per una società come la Samp, ma forse qualcosa in più si poteva fare. Intervenire sulla panchina poteva essere un punto importante. Guardiamo il Werder: via Ozil dentro Hunt (fondamentale all'andata), fuori Almeida per infortunio e in campo Wagner (poca cosa) e poi Rosenberg, e ancora infortunato Hunt tocca a Marin (chiedere a Stankevicius come gioca il ragazzino tedesco). Questa è la Champions: con undici giocatori non si va da nessuna parte. Sperando che possa ricapitare un'altra occasione del genere, la Samp dovrà imparare dai propri errori, come ha sempre dimostrato di saper fare in passato.


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