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  • Sampmania:| Cassano, ricordati di noi!

    Sampmania:| Cassano, ricordati di noi!

    • Matteo Oneto

    Da spacca-spogliatoio a salvatore della patria, Antonio Cassano si è preso quello che gli spettava di diritto. Adesso tutti celebrano la sua trasformazione, guardano ai suoi numeri in campo come se non avessero mai visto una cosa del genere. Ma dove sono stati tutti fino a due settimane fa? Dove hanno preferito guardare? In questo momento è l'uomo copertina della nuova Italia di Prandelli, ma attenzione, perché quelli che oggi lo accarezzano hanno ancora dietro la schiena il fucile con cui gli sparavano addosso fino a quattro anni fa. Il giorno del suo arrivo a Genova nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul suo ritorno a grandi livelli, a parte la Sampdoria, il suo presidente e i suoi tifosi.

    Chi non gli dava nessun tipo di credito è stato accontentato subito: Sampdoria-Torino, un fallo nettissimo non fischiato, il nero che si impadronisce della sua testa, la maglia lanciata all’arbitro e alla fine le minacce. A niente servirono le scuse, sentite, prima al direttore di gara in privato e poi a tutti. A niente servirono perché il tiro al bersaglio era già iniziato come sempre: quella volta però un’intera società gli si strinse attorno insieme ai tifosi, come per proteggerlo da quei proiettili che avrebbero potuto farlo ripiombare nell'incubo di Roma. Da quel momento di quattro anni fa la sua vita calcistica è cambiata. A quella personale ci pensò qualche mese più tardi Carolina. Niente più 'cassanate', ma solo grandi giocate: il modo migliore per ricambiare quella gente che lo ha amato dal primo momento, senza pensare a chi avrebbe voluto far calare il sipario sulla sua carriera.

    La totale maturazione non è avvenuta due settimane fa con l'arrivo dell'azzuro, o magari con la notizia della nascita dell'erede, ma dopo un Sampdoria-Bari 1-1 di circa un anno fa, giocato male da una Samp che sognava la Champions e che dopo quel risultato avrebbe iniziato una pericolosa parabola discendente. Cassano non aveva digerito i mugugni di una parte di stadio nel giorno in cui si trovava di fronte il suo passato, situazione mai facile per un ragazzo sanguigno. Uscito dallo spogliatoio furente erano volate parole grosse, la frase sulla Nutella e sulla m..., poi il momento di collera passò, sia a te che a chi ti aveva ingiustamente fischiato. Questo è vero amore: litigare per poi riappacificarsi e sentirsi ancora più vicini. Ma nessuno al di fuori di Genova credette nella riappacificazione, e si sprecarono le voci di mercato che lo vestivano di nerazzurro o di bianconero.

    Alla prima partita che non andrà bene con la Nazionale, la critica, la stessa che lo voleva nerazzurro o bianconero, c'è da giurarci, ricomincerà a sparare. Sarà quello il momento in cui avrai ancora una volta bisogno di chi ti ama, e anche quella volta la Genova blucerchiata sarà lì ad aspettarti, vicino a Carolina e alla tua nuova famiglia.

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