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  • Sampmania: ci hanno tolto la Sampdoria

    Sampmania: ci hanno tolto la Sampdoria

    • Lorenzo Montaldo
    Si possono perdere le partite. Si possono perdere anche i derby. Se tifi Sampdoria lo metti in conto, altrimenti il destino ti avrebbe assegnato alla Juventus, o al Real Madrid. Quello che non si può proprio perdere è la faccia. Lo stile, l'identità, l'essere Sampdoriani. Tutte qualità che non sono cadute dal cielo sul popolo doriano, ma che vengono costruite negli anni, pezzo per pezzo, mattoncino su mattoncino. Grattare via tutto ciò con un agonico colpo di spugna, durato un intero anno, non è ammissibile, e non lo si può concedere a nessuno. Nè a chi la maglia la indossa, nè a chi organizza e dirige una società, e neppure a chi ci mette i soldi e detiene il marchio Sampdoria. Il marchio, non LA Sampdoria.

    Vedere una squadra senza nervo, senza attributi, senza alcun interesse per tutto ciò che la circonda (compreso uno stadio riempito di maglie blucerchiate) è inaccettabile. Così come è inaccettabile anche assistere a sceneggiate livello scuola materna. Un po' come nel litigio a distanza tra Osti e Montella, tanto per essere chiari. Piccola opinione personale, il ds ha ragione nel definire la prestazione 'indegna'. Ha parlato di prestazione, appunto, non di singoli: ecco perchè lo sfogo di Montella, che ha preso l'affermazione sul piano personale, pare davvero inappropriato. Forse l'unica replica da opporre sarebbe stata il silenzio. Per poi sciacquare i panni sporchi al chiuso, a Corte Lambruschini, e questo discorso vale per entrambi.

    Il derby ha portato via la dignità alla Sampdoria, intesa come squadra. Non bastano le scuse a fine partita sotto la gradinata, e non basteranno neppure le dichiarazioni di rito che sicuramente arriveranno. Quello che serve è una vera e propria pulizia a ogni livello. Resettare tutto, ripartire da zero, non commettere l'errore di pensare come nel 2011 ai 'valori assoluti' dei giocatori, tenendo tanti dei protagonisti dell'annata sciagurata, pensando che le scorie di una stagione fallimentare possano svanire da sole nel tempo di un'estate. Altrimenti, la fine che attende la Samp è quella dell'Hellas di questo campionato. Il rischio è concreto, forte, e le analogie sono inquietanti e abbondanti.

    E visto che non si può cancellare un'intera squadra, e dato che qualcuno che merita in questo gruppo c'è, bisogna rifondare sui 4-5 elementi che la dignità l'hanno mantenuta. Uno su tutti Viviano, il vero artefice di questa salvezza. Oltre al numero 2, poco altro: in campo - non per quanto visto con il Genoa, sia chiaro - De Silvestri, Quagliarella, magari Fernando, Moisander, Ivan e Correa (per potenzialità). Fuori dal campo, Palombo. A livello di giocatore si può discutere quanto si vuole, resta il fatto che ad incontrare la stampa dopo la disfatta nella stracittadina si è presentato solo lui. Lui che non giocava da 3 mesi, lui che ha passato tutta la stagione in panchina senza pretendere nulla. La società ha bisogno di elementi del genere. Magari non il campo, ma nei quadri dirigenziali si.

    Stop. Tutto il resto va cancellato, azzerato, dal momento che questa Sampdoria è da Serie B e la permanenza in Serie A non l'avrebbe meritata. Anche perchè onestamente non ricordo, e non riesco a immaginare, una salvezza più amara di quella ottenuta perdendo un derby senza possibilità di appello. Questa è una colpa che non si lava in una sola estate. 

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