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  • Sampmania: i talebani, Ricky Alvarez e l'arma segreta in panchina
Sampmania: i talebani, Ricky Alvarez e l'arma segreta in panchina

Sampmania: i talebani, Ricky Alvarez e l'arma segreta in panchina

  • Lorenzo Montaldo
Quante volte abbiamo sentito dire di Marco Giampaolo che è un 'talebano'? Parola che di per sè evoca brutti ricordi, ma che è passata nel gergo comune a indicare una persona estremista, fissa sulle sue convinzioni, che difficilmente cambia idea. Venata di una sottile accezione negativa, magari.

Il mister della Sampdoria, nei giorni scorsi, ha risposto da persona molto intelligente alla definizione che spesso gli è stata data. "Preferirei coerente": lapidario, puntuale, preciso. Non occorre aggiungere altro. 

E io mi trovo pienamente d'accordo. Giampaolo non è un 'talebano'. Anche perchè insita in questa parola c'è anche una sensazione di scarsa apertura mentale che non può essere attribuita al tecnico dell'Empoli. Lo ha spiegato benissimo lui stesso a La Repubblica: "Se cambiassi, mi snaturerei e soprattutto perderei di credibilità con la squadra. Il mio è un castello difensivo. Se cambiassi qualche movimento, crollerebbe tutto". Parole forti, ma figlie di una mentalità lineare, limpida, di principi. Che fila dritta e non si aggroviglia in ripensamenti e, perchè no, incertezze. Quei dubbi che una persona in posizione di leadership dovrebbe avere, è umano, ma mai far trapelare.

Giampaolo è un uomo di pensiero: c'è una frase che ha pronunciato e che meglio di tutte riassume la sua filosofia: "C'è un mondo dietro alla mia coerenza, tutta un'impalcatura, non è fanatismo religioso": Perfetto. E documentato anche dal modo di giocare della sua squadra, da questa Samp che fatica ma che apprende, che perde ma reagisce e che, nonostante un punto in cinque partite, riesce a farsi amare.

E allora non cassiamo a priori la presenza di Ricky Alvarez domani dal primo minuto contro il Pescara: nella testa di Giampaolo non ci entra nessuno, ma diamo fiducia alle competenze di una persona che vive, respira, mastica e studia calcio. Anche io avrei voluto vedere il Dez dal primo minuto, e penso che senza la lunga sosta per le nazionali Fernandes avrebbe avuto ottime chance di titolarità. Ma le valutazioni del mister vanno in tutt'altra direzione. Rispettiamole.

Giampaolo avrà anche un'arma segreta da giocarsi a gara in corso: Muriel è rientrato soltanto ieri dopo due voli intercontinentali, due partite giocate con la Colombia, e per la prima volta in stagione si accomoderà in panchina. I tifosi blucerchiati il numero 24 lo vorrebbero in campo sempre: contro la Roma, in una situazione molto simile (anche lì, Muriel era reduce dal doppio impegno con i Cafeteros) Giampaolo li aveva accontentati. Sarà un caso, ma Muriel non è più stato brillante come nelle partite giocate prima della sosta.

Giusto farlo rifiatare, insomma, soprattutto in previsione del derby e del trattamentento di certo non delicato che gli avrebbe riservato la difesa abruzzese. Anche perchè Muriel e, perchè no, Fernandes potrebbero diventare l'arma segreta nella fondina di Giampaolo: magari per entrare a partita in corso, per sparigliare le carte in tavola e per spezzare la partita con la loro velocità e la loro freschezza. Diamo fiducia al mister e alla Samp giovane e volenterosa; d'altro canto: "Se casco, fallisco nella mia strada. Se trionfo, è merito della via che conosco". Parole e musica di Marco Giampaolo, 'il coerente', mi raccomando, non il talebano.

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