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  • Sampmania: il gelo, la noia, e l'aurea mediocritas

    Sampmania: il gelo, la noia, e l'aurea mediocritas

    • Lorenzo Montaldo
    Lo stadio Luigi Ferraris si trova nella Val Bisagno. In sostanza un canalone che, in serate come quella di Sampdoria-Udinese, imbottiglia un vento gelido e ghiacciato che penetra giacche, maglioni e sciarpe e ti si infila tra le ossa, risale su per la spina dorsale. Arriva fino al collo, e ti accarezza la nuca lasciandoti dei segni permanenti o quasi. Il vento freddo di Marassi e la noia sono state le compagne di Samp-Udinese. Due amiche a cui si rinuncia volentieri, ve lo assicuro.

    Sul campo, nessuno spettacolo. Una Sampdoria spenta e poco brillante ha affrontato un'Udinese attenta e coperta - beati loro - . Il risultato non poteva essere diverso. Il ritmo compassato e lento dei blucerchiati ha provocato pure qualche borbottio nel pubblico doriano, che ha assistito ad una prestazione sottotono offerta da quella stessa squadra che neppure venti giorni fa incantava battendo il Torino. Forse un mugugno persino eccessivo.

    Ci vuole equilibrio nei giudizi, e la Sampdoria merita credito. Se lo è guadagnato mattoncino dopo mattoncino, passo per passo. Eppure la squadra di Giampaolo contro l'Udinese ha evidenziato il suo limite principale. Ossia quello di non poter più contare sull'effetto sorpresa. Il Doria è diventato una squadra prevedibile. Poco fantasiosa in avanti, dove manca lo spunto, troppo monocorde nel cercare il fraseggio solo ed esclusivamente passando per il centrocampo. Per una vecchia volpe come Delneri, che mastica calcio da oltre 30 anni, è un assist a porta vuota.

    Detto fatto, l'ex allenatore blucerchiato ha presentato una squadra di centrocampisti spessi e compatti, solidi e istruiti. Fofana, Hallfredsson(sostituito da Kums) e soprattutto Badu avevano un compito: riempire la corsia che da Torreira passava per Bruno Fernandes e sfociava in Quagliarella e Muriel, Creare densità e superiorità in mezzo, ingolfare lo sbocco del gioco sampdoriano, e magari ripartire. Era l'unico incarico dei bianconeri, la sola cosa da fare: è stata messa in pratica alla perfezione. La semplicità è il cardine di questo gioco, e l'Udinese lo ha dimostrato tornando da Genova con un punto.

    La Sampdoria, dal canto suo, al momento sembra incapace di aprire il suo ventaglio, o di espandersi sulle corsie. Il risultato è una partita che ha vissuto il suo apice con una carambola su Skriniar nel primo tempo e con una splendida girata di un ragazzino del 1996 che meriterebbe molto più spazio. Attenzione, non si può dire (e mai mi sognerei di farlo) che Giampaolo alleni male. Anzi, la parte 'didattica' nella Sampdoria è svolta in maniera maniacale. Prova ne sia la linea difensiva che è una perfetta sintesi di disciplina, credo tattico e lavoro sul campo.

    Ecco, se vogliamo proprio trovare un vincitore, in questa glaciale serata di dicembre, possiamo individuarlo in Skriniar. Perfetto esempio di come il lavoro del tecnico influenzi i giocatori. Il centrale slovacco ha avuto una crescita esponenziale, dopo gli errori di inizio stagione. Qualche svarione c'è ancora, così come qualche incertezza di quelle che ti fanno trattenere il respiro. Eppure il classe 1995 ora si muove in perfetto sincrono con Silvestre, formando una linea difensiva che è un tutt'uno con il resto della squadra. Quello che è mancato invece è stato l'ultimo passaggio da parte della batteria di punte, mezze punte e trequartisti a disposizione della Samp.

    Se siete degli amanti della difesa perfetta, e del tatticismo portato all'estremo, insomma, o dei cultori della fase difensiva, Sampdoria-Udinese era il vostro regalo di Natale anticipato. La mia sensazione, invece, è che l'anno si sarebbe potuto chiudere in maniera molto diversa. E' quasi come se questa squadra si fosse guardata indietro, avesse visto dove era e dove si trovavano le altre, e avesse deciso di tirare il fiato. Come se il desiderio di sollevarsi dalla 'aurea mediocritas' in cui si ritrova non fosse poi una necessità così impellente. Non è un termine dispregiativo, nel testo del poeta latino Orazio si riferisce alla moderazione, e al senso della misura. Ma io avrei preferito più botti di Capodanno, per non tornare a casa intirizzito e annoiato.

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