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  • Sampmania: il giorno dopo è ancora più bello. Se è un sogno, non svegliateci

    Sampmania: il giorno dopo è ancora più bello. Se è un sogno, non svegliateci

    • Lorenzo Montaldo
    Ci ho dormito su. Prima di buttare giù questo Sampmania volevo accertarmi di non essermi immaginato nulla della serata di ieri. Anche perchè tutta la sceneggiatura del derby sembrava scritta da un'ottima penna, che ha fatto sì che tutti i pezzi della storia si incastrassero alla perfezione. Era una trama perfetta. C'erano la pioggia e la gioia, la delusione dopo il pareggio e la mazzata del rigore sbagliato. E poi l'esplosione di entusiasmo sconfinato quando la Samp ha saputo riportarsi di nuovo in vantaggio, per la verità in maniera anche abbastanza inaspettata. Almeno per quanto riguarda il sottoscritto.

    E' stata la notte delle favole, non ne ho mai viste così tante in campo tutte insieme. E sì che a Genova di solito ce ne sono parecchie, nella serata del derby. Di quella di Puggioni ne ha scritto chiunque. Quell'abbraccio sotto la Sud con il dottor Baldari, altro blucerchiato vero, e quella sciarpa tenuta stretta nella mano parlano da sole. C'era anche la favola Corradi, genoano e allenatore dei rossoblù nel derby, ma quella ha avuto un epilogo diverso. C'è la bella storia di Palombo, che entra per la prima volta in stagione ad un quarto d'ora dal termine per difendere il fortino. C'è quella di Muriel, che si è preso il derby come aveva promesso: “Lo sento, tocca a me. E lo vivo bene, come uno stimolo”, aveva detto in settimana. Chapeau, Luis. La Samp è ai tuoi piedi.

    C'è, soprattutto, la favola di Marco Giampaolo. Quanto dev'essere stato difficile sopportare il climax di pressione che si era creato in settimana lo sa solo lui. Il mister, che avevo criticato nell'editoriale post Pescara, la partita l'ha vinta non snaturando la sua filosofia. Ma ha portato avanti le sue convinzioni, e lo ha fatto con un coraggio davvero disarmante. Questa, onestamente, è stata la cosa che ho ammirato di più in tutta la partita. Chiediamocelo francamente, uno per uno: sarei stato capace, a fronte di un ultimatum, di non abbandonare le mie idee?

    Coerenza, ma non stupidità: Giampaolo ha adattato la sua Samp ad una gara particolare come il derby. Non più solo fraseggio sterile, ma finalmente anche ripartenze, contropiedi e morsi sulle caviglie rossoblù. La Samp ha sbandato paurosamente, tra il pareggio ospite e l'intervallo. Il mister non ha lasciato che i suoi giocatori cadessero in balia della solita malinconia da Samp. Ha corretto l'assetto tattico blucerchiato chiedendo a Linetty un lavoro oscuro fondamentale in fase di copertura e raddoppio costante su Edenilson, fino a quel momento una vera e propria spina nel fianco sulla fascia. Regini aveva sofferto le sue folate nel primo tempo, nella ripresa grazie al supporto del polacco ha saputo prendere le misure all'avversario. Giampaolo ha chiesto anche a Silvestre e Skriniar di stringersi al centro della difesa per arginare gli inserimenti avversari, e i due centrali hanno risposto alla grande. A proposito, ma quanto è importante l'argentino per la difesa della Samp? Un gigante. 

    E poi Giampaolo ha avuto il grande merito di aggiustare  in corsa la formazione. Giusto mettere Bruno Fernandes dal primo minuto, altrettanto giusto toglierlo al 65', in quello specifico momento di gara, per dar spazio a Ricky Alvarez. Uno magari meno dinamico del portoghese, ma utile per tenere la palla tra i piedi e far rifiatare uno stremato Muriel e un altrettanto stanco Quagliarella. Giusto anche (e qui vado controcorrente) far entrare Palombo. Ha perso un paio di palloni sanguinosi, vero, ma in certi momenti conta anche altro. E i compagni, statene pur certi, il numero 17 lo seguono con tanto rispetto.

    Mi ci è voluta una notte intera per metabolizzare tutto ciò, e per mettere ordine tra i miei pensieri e le mie impressioni. Ve lo assicuro, ieri sera finito il derby ed uscito dal Ferraris ero stremato. Avevo anche un po' paura ad andare a letto. Temevo di risvegliarmi e di ritrovarmi ancora a sabato mattina. Con il derby da giocare, magari: non avrei retto. Anche perchè il giorno dopo è ancora più bello.

    Godetevi questa sensazione, andatevene al bar, fate colazione, salutate il vostro barista rossoblù con un bel sorriso e ordinategli due caffè e una brioche, anche se siete da soli. Capirà, il mio lo ha fatto. E soprattutto, se è un sogno, non svegliateci. Dite sul serio che è tutto vero?

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