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  • Sampmania: il meglio deve ancora venire
Sampmania: il meglio deve ancora venire

Sampmania: il meglio deve ancora venire

  • Lorenzo Montaldo
Ho aspettato un po' prima di scrivere questo Sampmania. Buttarlo giù subito dopo il derby sarebbe stato troppo complicato, eppure a dodici ore dal trionfo doriano questo coagulo di emozioni e sensazioni che ti prende lì alla bocca dello stomaco non accenna affatto a sciogliersi. Ognuno ha vissuto la notte più lunga dell'anno a suo modo: c'è chi ha festeggiato con gli amici, chi con la famiglia, chi da solo. C'è persino chi ha gioito a centinaia, migliaia di chilometri di distanza. Il comune denominatore però è stato molto simile per tutti, anche dall'altra parte del mondo: una sensazione di pienezza, di felicità pura che solo un derby vinto sa regalarti.

Questa Sampdoria è stata più forte di tutto. Più forte della pioggia, più forte di una squadra preoccupata principalmente di non far giocare i blucerchiati, più forte persino della cabala: non sempre è la squadra sfavorita che vince il derby. Semplicemente i ragazzi di Giampaolo non potevano perdere: sono ben allenati, ben messi in campo, vanno a memoria nei meccanismi difensivi, e hanno creato una magica sintonia con un pubblico che li ama e li segue incondizionatamente. La Samp è una macchina perfetta, i meccanismi non si inceppano mai e se accade c'è sempre Giampaolo, il meccanico blucerchiato pronto a ripararli in corsa. E' stata principalmente la vittoria del mister, ormai è chiaro. Lo sanno i tifosi, lo sanno i giocatori, che sono ben consapevoli di quale importanza abbia avuto l'impatto di un allenatore del genere sulla loro carriera. Ecco perchè la Samp doveva vincere. Nessuno lo avrebbe ammesso prima della partita, neppure sotto tortura, ma è così.

Poi ci sono i numeri, impietosi nella loro fredda e spietata (per gli altri) asetticità. C'è il terzo derby consecutivo vinto, sono 18 mesi che il Genoa non porta via l'intera posta in palio in una stracittadina. Praticamente un'eternità. E' da maggio 2011 invece che la Sampdoria non perde un derby in casa del Genoa: e ora sono 5 di fila i trionfi di fronte al pubblico rossoblù. Da 246 minuti la Samp non subisce gol in una stracittadina, l'ultimo a segnare fu Rigoni al 24' del primo derby di Giampaolo, quello vinto 2-1 con autorete di Izzo. Un dato che certifica come la reale forza dei blucerchiati stia principalmente nella fase difensiva, intesa nel senso più ampio, quello di cui parla Giampaolo. Potremmo snocciolare anche altri numeri. Potremmo citare il 100° doriano gol in un derby, che è stato anche il primo di Quagliarella in questa partita magica, o le cinque reti segnate in tre partite nell'era di Giampaolo, e il solo gol subito nell'ultimo anno e mezzo. Potremmo sottolineare i 17 punti di differenza in classifica, o la prima marcatura in blucerchiato di Ramirez, ma preferisco concentrarmi sulla vera grande differenza, quella ambientale. La metà blucerchiata di Genova gode, l'altra metà soffre e si interroga su come uscire da una crisi di risultati e da una spirale autodistruttiva che non accenna a finire.

E' stata anche la vittoria di Duvan Zapata, che sembra fatto di cemento e che ha tenuto in scacco da solo l'intera difesa rossoblù, e pure il trionfo di Ramirez finalmente decisivo e del vecchio leone Quagliarella, che sa sempre come graffiare. E' stata una notte magica, indimenticabile, che deve però servire come punto di partenza, e non di arrivo. Il meglio deve ancora venire, lo sa Giampaolo e lo sanno tutti i tifosi. Se ne sono resi conto anche i giocatori e la dirigenza: ci divertiremo, e festeggeremo ancora, statene certi. Ora però viviamoci questa sonnacchiosa domenica di pioggia in casa, con un occhio alle altre partite e con questa piacevole sensazione di calore in mezzo al petto: non se ne andrà tanto rapidamente, statene certi.

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