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  • Sampmania: la maledetta concentrazione, e guai a crocifiggere Viviano
Sampmania: la maledetta concentrazione, e guai a crocifiggere Viviano

Sampmania: la maledetta concentrazione, e guai a crocifiggere Viviano

  • Lorenzo Montaldo
Nel post partita di Samp-Torino la parola che ricorre più frequentemente tra i blucerchiati è "concentrazione". Quella che è mancata non solo con i granata, ma in tutto il corso della stagione. Quando un'annata nasce sfortunata lo si riconosce dai particolari, vero, ma la Samp ci mette tanto di suo pur di non rendersi artefice del proprio destino.

Poteva essere una serata diversa, di liberazione e di festa, si è trasformata nell'ennesimo incubo per i sotenitori doriani. Soltanto il 2-1 della Fiorentina sul Carpi rende meno amaro un pareggio che sa tanto, troppo di beffa. Il punto è giusto per quanto visto sul campo, ma l'epilogo del match sarebbe dovuto essere diverso, quando ormai tutto il Ferraris pregustava una vittoria che manca dal derby.

Tornare alla vittoria era fondamentale in considerazione della trasferta di Roma: c'è poco da dire, per la Samp il turno infrasettimanale è stato un insuccesso, non si può neppure parlare di risultato comunque positivo per quanto un punto sia di fatto importante per smuovere la classifica. Il potenziale offensivo di questa rosa è impressionante, per questo fa ancora più rabbia venir condannati da una fase difensiva mai all'altezza in stagione. Montella dovrà lavorare, e tanto, su questo aspetto che viene troppo sottovalutato nella sua gravità. Hai voglia a giustificare i gol subiti con gli errori dei singoli, per quanto marchiani (a proposito, serataccia per Ranocchia, speriamo che il vero numero 23 non sia questo, la Samp può ancora aspettarlo). La realtà è che questa Samp è fragile psicologicamente, sfortunata e soprattutto non difende da squadra.

Le note positive, a voler ben guardare, ci sono anche, e sono quattro. Primo, Muriel sta trovando finalmente continuità, per quanto le sue lunghe pause continuino ad indispettire il pubblico. Secondo, Ivan si è dimostrato ancora una volta un tassello tattico fondamentale per Montella: pescare un classe '95 del genere equivale ad inciampare in una vera e propria pepita d'oro, grazie Pecini. Terzo, Soriano orfano di Eder sta dimostrando di poter trascinare una squadra come quella blucerchiata; era l'ultimo passaggio per la sua completa maturazione, una volta compiuto, parleremo di un campione assoluto. Quarto, Emiliano Viviano. Si, proprio il portiere blucerchiato accusato di troppa ingenuità nel finale di gara. Ha sbagliato, preso dalla foga del momento, ma ha anche tenuto a galla il Doria in almeno tre circostanze, e sull'1-1 compie una prodezza da applausi strappando il pallone dai piedi di Immobile lanciato a rete.

Da queste caratteristiche dovrà ripartire la Samp: a testa bassa, con umiltà, fiducia e con quella dannata concentrazione che manca ancora. E, perchè no, con un po' di fortuna.

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